Bavaglio alla movida: la riviera al setaccio per fermare i vandali

Fermo, bavaglio alla movida: la riviera al setaccio per fermare i vandali
FERMO - Tanti controlli e tante polemiche, il risultato della notte fra sabato e domenica. La movida al primo banco di prova dell’estate, nel weekend appena trascorso,...

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FERMO - Tanti controlli e tante polemiche, il risultato della notte fra sabato e domenica. La movida al primo banco di prova dell’estate, nel weekend appena trascorso, presenta il conto delle attività rimaste chiuse per mesi e fatte riaprire con lo spauracchio dell’assembramento. Con l’ok alla riapertura delle discoteche si prevedeva un fine settimana a tutto gas, ma così non è stato.




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La temperatura non propriamente estiva la sera e le piste da ballo aperte solo ai minimi termini rallentano l’avvio delle danze. E i commercianti si scoprono fratelli-coltelli. Si profilano all’orizzonte denunce ai carabinieri e alla finanza. A lamentarsi sono gli esercizi che hanno la licenza di pubblico spettacolo e vedono che tra chi questa licenza non ce l’ha si va un po’ all’arrembaggio. Ci sono stati locali che l’altra notte hanno messo la gente in pista, pur non potendo farlo. E ci sono locali di tendenza, come Moyto a Porto Sant’Elpidio e Le Gall a Porto San Giorgio, che preferiscono aspettare prima di riavviare i motori. Intanto il popolo della notte in cerca di divertimento qualche valvola di sfogo deve trovarla e si accalca dove può, nei bar, nei pub, nelle birrerie, chalet che, in qualche caso, s’improvvisano discoteche.
 
Il virus
Più che di rischio virus si dovrebbe parlare di commercio a rischio. Le attività sono in ginocchio, le regole da rispettare hanno poco di umano e tanto di artificiale, la folla si raggruppa in strada. Sul fronte dei controlli è andato tutto come doveva andare. Non ci sono stati casi limite, i giovani si sono accalcati in poche piazze per fare le ore piccole. L’operazione interforze decisa in Prefettura, con decine di accertamenti e persone controllate, ha avuto come sorvegliati speciali il lungomare centro di Porto San Giorgio e via Battisti con la piazzetta in centro a Porto Sant’Elpidio, dove un locale venerdì sera è stato multato e fatto chiudere per 5 giorni. Impegnate 6 pattuglie dei carabinieri e 4 della polizia municipale con servizi mirati. I locali si erano attrezzati con la security per gestire gli ingressi: «Non si poteva non notare l’enorme flusso di gente sul lungomare» dicono i carabinieri e il sindaco Nicola Loira, dopo i vandalismi degli ultimi due fine settimana, respira: «Si è vista la grande presenza delle forze dell’ordine, ci sono stati assembramenti negli chalet ma non risultano danneggiamenti e speriamo che non succeda niente anche quando i carabinieri non ci sono». Non è stata una movida molesta, non si sono sentite sirene di ambulanze, pompieri, stradale: «Tutto regolare», è il refrain al telefono di queste categorie. Sono state serate fredde di temperatura, calde per il commercio. Un fuoco cova sotto la cenere ed è pronto a divampare perché non tutte le strutture possono far ballare la gente e tra quelle che possono, poche hanno riavviato le danze.
La data
«Riapriamo sabato 27 giugno la discoteca, con Radio 105 alla prima uscita a livello nazionale» fa sapere Emanuele Pasquarè di Le Gall. I locali specializzati nel latino americano sono i più in sofferenza, una bachata a distanza è improponibile, eppure, tra i locali senza licenza di pubblico spettacolo risulta che qualcuno abbia fatto ballare e abbia postato sui social foto che attestano il rispetto zero del distanziamento. Cosa che ha mandato su tutte le furie chi aspetta a ripartire per fare le cose per bene. Paolo Balestrieri è vocalist nello staff di “Movimenti Notturni” e se ne intende di movida: «In alcuni locali è come se il Covid-19 non fosse mai esistito mentre altri locali non aprono perché c’è troppa confusione sulle regole da rispettare, si va da un’esagerazione all’altra», fa sapere.
Gli ingressi

«Io - riprende - non sto lavorando al momento, una scelta consapevole, per evitare di incappare nei problemi. Capisco le difficoltà dei locali costretti a misurare la febbre all’ingresso. Per un cocktail bisogna prenotare il tavolo, non si può girare col bicchiere in mano e non si può consumare al banco. E bisogna ballare con la mascherina perché è impossibile mantenere la distanza di due metri, rendiamoci conto di cosa significa tutto questo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico