Scuole, limitati i disservizi nel Fermano. Lettera di richiamo ai disobbedienti, prova del fuoco a gennaio

Il centro vaccinale di Fermo
FERMO - Debutto col botto per il super Green pass nelle scuole del Fermano. Dove, da ieri, per entrare, il personale (insegnanti e Ata) devono essere vaccinati o guariti dal...

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FERMO - Debutto col botto per il super Green pass nelle scuole del Fermano. Dove, da ieri, per entrare, il personale (insegnanti e Ata) devono essere vaccinati o guariti dal Covid. Parecchie le sollecitazioni partite dagli istituti della provincia, che, adesso, con la piattaforma del Ministero dell’istruzione, possono sapere se il personale è vaccinato oppure no. I non vaccinati avranno cinque giorni per rispondere. Cioè per presentare l’esenzione o la prenotazione del vaccino.

 

 
La sospensione
Nel frattempo, potranno continuare ad andare a scuola col Green pass normale, quindi anche da tampone negativo. Entro venti giorni, cioè entro il 4 gennaio, dovranno mettersi in regola, altrimenti scatterà la sospensione. Con insegnanti e Ata che manterranno il posto di lavoro, ma che resteranno senza stipendio finché non si vaccineranno o non dimostreranno che non possono farlo. Al loro posto arriveranno i supplenti. Questo dice la circolare del ministero. Anche se metterla in pratica è un’altra cosa. Ma, siccome del super Green pass a scuola si parla già da un po’, gli istituti si sono attrezzati. «È stata una giornata impegnativa, ma è andata benino. Abbiamo fatto quello che era previsto», dice la preside dell’Isc “Pagani” di Monterubbiano, Annarita Bregliozzi.


Le aspettative
«Com’è andato il primo giorno? Come me l’aspettavo – spiega la dirigente dell’Isc “Da Vinci Ungaretti” di Fermo, Maria Teresa Barisio –, con un po’ di situazioni a cui abbiamo chiesto di spiegare eventuali inadempienze». Una trentina, per la precisione, tra insegnanti e Ata, divisi più o meno equamente soprattutto tra materne e primarie. «Non entro nel merito di scelte personali – fa sapere la dirigente –, ma è una situazione che avevamo previsto. Per questo abbiamo cercato di mettere in atto alcune strategie alternative, perché quello che ci preme è non creare disservizi alla scuola, agli studenti e alle famiglie». All’Iiss “Urbani” di Porto Sant’Elpidio, che ha sedi anche a Sant’Elpidio a Mare e a Montegiorgio, i dipendenti non vaccinati sono ventisei (venti insegnanti e sei Ata). In diversi, ieri, non si sono presentati perché erano già in congedo parentale, in malattia o in maternità. «A tutti – fa sapere la preside Laura D’Ignazi – abbiamo inviato la comunicazione con il sollecito ad adempiere all’obbligo. Per alcuni copriremo con i docenti interni, per altri vedremo».


La preoccupazione
A preoccupare, qui come in tutte le altre scuole della provincia, sono le sostituzioni. Cioè trovare personale, che siano insegnanti, segretari o bidelli, disposti a “prendere” una manciata di giorni di supplenza. Perché, se i non vaccinati si metteranno in regola, potranno subito tornare al lavoro. La circolare del ministero, in realtà, una soluzione la dà: contratti mensili rinnovabili per i supplenti e attività di supporto, fino alla scadenza, per i dipendenti che tornano a scuola. Parla di «contratto atipico che tutela solo i diritti dei dipendenti e che potrebbe, perciò, rendere più complicato trovare supplenti», la preside dell’Ipsia “Ricci” di Fermo e del Liceo artistico “Preziotti Licini” di Fermo e Porto San Giorgio, Annamaria Bernardini. Nel complesso, nelle due scuole, il personale non in regola è «meno del cinque per cento». «Una percentuale molto bassa – spiega la dirigente – che non mette a rischio il regolare svolgimento dell’attività didattica e scolastica in generale, anche se speriamo che chi non l’ha ancora fatto si vaccini».


La normativa


Non parla di numeri Cristina Corradini. «La normativa è molto chiara. Sono scelte che hanno conseguenze – dice la preside dell’Itet “Carducci Galilei” di Fermo – perché la tutela della salute è prioritaria e i servizi pubblici devono essere garantiti. In base a chi si metterà in regola e a chi no vedremo che fare. Del resto, hanno avuto tutto il tempo per riflettere». E ne avranno ancora un po’, gli irriducibili del vaccino. Perché, con le vacanze di Natale alle porte, i giorni di lezione rimasti sono pochi. Sarà, quindi, il nuovo anno a dire se la stretta ha funzionato e, in caso contrario, come la scuola dovrà riorganizzarsi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico