Alberghi nel Fermano, il calo è del 90%: «Servono misure choc»

Alberghi nel Fermano, il calo è del 90%: «Servono misure choc»
FERMO  - Alberghi in crisi, cali di presenze del 90%, il comparto che nel Fermano si contraddistingue da sempre come punta di diamante dell’ospitalità, gli...

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FERMO  - Alberghi in crisi, cali di presenze del 90%, il comparto che nel Fermano si contraddistingue da sempre come punta di diamante dell’ospitalità, gli hotel, chiede attenzione. Attenzione significa taglio delle tasse e liquidità per pagare gli stipendi. Servono misure shock per la sopravvivenza. Quello che sta succedendo in questi mesi di coronavirus è un dramma che supera quello del terremoto, qualcosa che il settore nell’ultimo mezzo secolo non aveva mai ricordato. Il grido di dolore della categoria va ascoltato. Ci sono strutture che hanno visto azzerarsi le presenze da metà febbraio e fino a tutto maggio.


Disdette e perdite per centinaia di migliaia di euro. E sono imprese che occupano dai 10 ai 40 dipendenti, già per questo andrebbero tutelate come valore aggiunto per l’occupazione e la ricettività. Gianluca Vecchi, titolare dell’hotel Lanterna a Porto San Giorgio rappresenta la categoria, è presidente dell’Associazione turistico-alberghiera del fermano e del distretto turistico del fermano e dice che «la situazione è pessima». Fa sapere che gli alberghi hanno sospeso quasi tutti l’attività. A 55 anni, in albergo da quando era in fasce: «non ho mai ricordato una situazione simile in passato - avverte - siamo fermi ad aspettare che passi». 


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Questi operatori si stanno muovendo per chiedere aiuti: «stiamo preparando una richiesta all’amministrazione comunale per l’agevolazione sulle tasse fisse, le più pesanti». Sono tutti molto preoccupati per come sta evolvendo l’epidemia e tutto quanto ne consegue per il turismo commerciale legato ai ponti di Pasqua, al momento «tutti annullati». Si guarda con apprensione alla stagione estiva imminente. Tutti sembrano concordare su un punto: ci sono stati errori di comunicazione sul Coronavirus da parte del governo centrale e si sta pagando il pegno dell’essere risultati gli untori nel mondo. Ad oggi nel fermano sono chiusi gli hotel a tre stelle e quelli a quattro stelle sono aperti ma con zero presenze. Danni economici incalcolabili tra marzo e aprile, annullamenti per tutto il 2020 dall’Estero. Guido Tassotti dell’hotel Astoria di Fermo parla tutti i giorni con il sindaco Paolo Calcinaro, lo informa che «marzo è saltato completamente, zero banchetti, zero congressi, zero corsi, i pullman non girano e le previsioni a maggio sono nere. Se salta pure il concorso violinistico Postacchini è il delirio. La situazione è catastrofica – rimarca l’albergatore – e il governo centrale dà l’impressione di non avere il polso della situazione, pensa alle babysitter e non si rende conto della crisi delle attività, ho dovuto mandare in ferie 8 dipendenti». 




Tassotti ritiene fondamentale, oltre al taglio delle tasse, una massiccia campagna promozionale, passata la bufera «i pannicelli caldi non servivano prima, figurarsi adesso». Con Luciano Scafà del David Palace hotel di Porto San Giorgio la musica non cambia «tutto cancellato, il terremoto non aveva provocato questi danni, ritrovare il lavoro non sarà facile, non so che succederà, l’emergenza non è stata gestita correttamente o forse non sappiamo la verità». Luigi Catini dell’hotel Horizon di Montegranaro fa sapere di una cena politica venerdì andata bene perché ha fatto sedere al tavolo persone a distanza di un metro e 10 uno dall’altro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico