FERMO - Resta ricoverato al Murri il turista romagnolo di 69 anni risultato positivo al Covid-19. L’uomo, che era in vacanza insieme alla moglie a Porto San Giorgio e...
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Le ricerche
Il Dipartimento prevenzione dell’Area vasta 4 sta adesso cercando di rintracciare le persone con cui l’uomo è venuto in contatto nei due giorni precedenti alla comparsa dei sintomi. Al Murri si trova anche un altro paziente positivo, che sembrava guarito, ma che si è ripositivizzato. Sono stati, invece, eseguiti ieri mattina i tamponi ai clienti che, qualche giorno fa, erano alla serata organizzata in uno chalet di Porto Sant’Elpidio, a cui aveva preso parte anche una donna di Spoleto che, tornata a casa, aveva scoperto di essere positiva. Grazie alla lista fornita dai titolari, si è potuto risalire a tutti quelli che avevano partecipato alla cena-spettacolo. Alla serata – fanno sapere dal Dipartimento prevenzione – c’erano solo una decina di persone della provincia di Fermo. Gli altri erano quasi tutti del Maceratese. Ieri è arrivato l’esito dei loro tamponi: tutti negativi. Quello dei fermani si dovrebbe sapere oggi. Questo per quanto riguarda la cena. Ma alla serata avrebbero partecipato anche altre persone arrivate dopo. Qualcuno si sarebbe autodenunciato e sarebbe stato sottoposto a tampone, ma rintracciare tutti non sarà facile. Intanto, l’altro ieri sera, le forze dell’ordine hanno messo fine prima del tempo a un’altra serata di movida. In uno chalet del lungomare sangiorgese era infatti in corso un apericena durante il quale le regole di sicurezza sarebbero saltate. Situazione non nuova, che preoccupa parecchio, anche perché, dopo settimane di relativa calma, i contagi hanno ricominciato a salire e i malati a essere ricoverati.
Il commento
«Questi casi – spiega il direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini – ci fanno rialzare l’attenzione. Si cominciano ad avere avvisaglie preoccupanti. Non ci sono abbastanza controlli. Chi organizza assembramenti lo fa liberamente, non teme multe. Capisco che non sia simpatico, ma ci sono le leggi e tutti devono lavorare rispettandole».
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Corriere Adriatico