Nuovo ospedale completato ad Amandola: «Lavori velocissimi, ma ora servono servizi e medici»

Nuovo ospedale completato ad Amandola: «Lavori velocissimi, ma ora servono servizi e medici»
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AMANDOLA - È realtà il nuovo ospedale dei Sibillini. La prima grande opera pubblica di alto valore socio-sanitario ad essere terminata nelle regioni interessate dal terremoto del 2016. La struttura è stata terminata, internamente ed esternamente, proprio in questi giorni, in zona Pian di Contro. Si sta lavorando alla sistemazione degli spazi circostanti e alla creazione della rotatoria per collegare la Statale al nosocomio. Ora tocca agli arredi e alle attrezzature.

 

Alcune, come le apparecchiature esistenti e funzionanti nelle parti agibili del vecchio ospedale, verranno traslocate mentre sui nuovi acquisti «so che l’Ast di Fermo ha già avviato le procedure di gara», rimarca il sindaco Adolfo Marinangeli, che ha voluto fortemente questo nuovo insediamento ed è molto soddisfatto del risultato.


La procedura


Poi i vari passaggi burocratici per l’accreditamento. Quindi per il funzionamento si dovrà ancora aspettare. Va in porto comunque il passo più importante, quello della nascita della struttura. Quest’ultima sviluppata su circa 9.000 metri quadrati, è stata costruita con le tecnologie più moderne, con scheletro in acciaio e altissimo livello antisismico grazie ai dissipatori di energia alla base delle colonne. Edificata anche una palazzina separata pre-triage, pensata per rispondere alle esigenze imposte dall’emergenza sanitaria, per un percorso separato in caso di infezioni a pericolo contagio, dopo l’esperienza Covid. Inoltre è stato anche ricavato un parcheggio coperto interrato. Efficienza, professionalità e tempi rispettati da parte dell’impresa Torelli e Dottori.

L’investimento complessivo per il neo nosocomio è stato di 31,5 milioni di cui 14 iniziali più altri 3 per gli impianti dall’Ufficio per la ricostruzione, 5 dalla donazione della società petrolifera Rosneft e i restanti integrati dall’attuale amministrazione regionale. Poi toccherà ai servizi per il funzionamento. «Innanzitutto e celermente dovrà essere riportato in blocco con tutto il personale – dice il sindaco – il reparto Medicina Amandola, diretto da Gualtiero Zega, trasferito al Murri dopo il sisma e che si è distinto per l’alta professionalità anche in base ai gradimenti dei pazienti. Quindi mi aspetto almeno il ritorno subito di tutti i servizi già presenti prima del terremoto».

Previsti circa 80 posti letto, divisi a metà tra quelli per acuzie e per la lungodegenza. Quindi una serie di servizi fondamentali: dal ricovero continuativo che riguarda il reparto di medicina, chirurgia a ciclo breve, day surgery e lungodegenza post acuzie, fino a prestazioni specialistiche in regime ambulatoriale e assistenziale. Saranno in funzione, tra le altre, unità di endoscopia, riabilitazione, diagnostica per immagini, oltre a un centro assistenza limitata di dialisi, un’unità di raccolta sangue ed emocomponenti, un punto prelievi esterno ed un punto di primo intervento che si spera divenga vero e proprio pronto soccorso. Sono state realizzate anche 2 sale operatorie. L’ospedale sarà completamente autonomo anche riguardo i servizi collaterali di funzionamento come la cucina e la lavanderia.

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Corriere Adriatico