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AMANDOLA - Una frana di proporzioni enormi ha interessato, nella prima mattinata di ieri, la periferia di Amandola, verso Fermo, ad un centinaio di metri in linea d’aria dal centro storico cittadino. Enorme la massa di terra, fango e piante per una lunghezza di circa 50 metri, che si è staccata nella parte sottostante alla Statale Faleriense che collega la città ed il territorio fermano dei Sibillini col capoluogo di provincia.
La ricostruzione
Lo scivolamento è partito appena al di sotto di una vecchia costruzione chiusa, ora a rischio crollo e quindi perimetrata per inaccessibilità, che in passato aveva ospitato un’officina.
Le altre aree del Fermano
Ma i problemi non hanno riguardato solo i Sibillini. Nella tarda serata di sabato, verso le 22.30, ha tracimato il torrente Cremone a Montegranaro, a qualche centinaio di metri a monte dal punto di intersezione con il Chienti. L’acqua ha allagato alcuni scantinati e gli orti. Per fortuna l’allarme è rientrato poco dopo la mezzanotte. «Un sincero ringraziamento - commenta il sindaco Endrio Ubaldi - ai vigili del fuoco, al comandante della polizia locale, agli agenti alla Protezione civile e ai carabinieri che sono intervenuti tempestivamente. Per fortuna ora la situazione è sotto controllo». Ieri è comunque partita la conta dei danni nelle case più vicine al torrente. La piena è venuta da monte, dalla zona di Loro Piceno, e in precedenza non c’erano stati segnali particolarmente allarmanti. Al momento dell’allerta Ubaldi era alla festa della Croce Gialle e si è precipitato sul posto. Una serata movimentata che Montegranaro ha condiviso con la vicina Sant’Elpidio a Mare visto che era stato chiuso il ponte di Casette d’Ete sull’Ete Morto con lo stop anche lungo la provinciale Brancadoro.
Gli orari
Anche in questo caso l’allarme è rientrato nel giro di poche ore. Nel giro di poco il livello del fiume era salito di circa 80 centimetri. In questo caso ad allertarsi è stato il sindaco Alessio Pignotti, il quale ricorda che è stato effettuato un intervenuto anche sul ponte Squadroni, a Bivio Cascinare. In zona, nel 2011, la più grave catastrofe legata al maltempo di questi ultimi anni, con due vittime e danni ingenti in tutta l’area di Cesette d’Ete, fortemente industrializzata. Frane, infine, anche lungo la Valtenna con il fiume Tenna monitorato fino alle prime ore del mattino. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico