Amandola, cresime ai giardinetti Festa nel paese del terremoto

La cerimonia con l'arcivescovo Luigi Conti
AMANDOLA - Il giorno della cresima è uno di quelli che rimangono nella memoria di tutti. Lo saranno ancor più per i 17 quindicenni che ieri l’hanno ricevuta...

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AMANDOLA - Il giorno della cresima è uno di quelli che rimangono nella memoria di tutti. Lo saranno ancor più per i 17 quindicenni che ieri l’hanno ricevuta dall’arcivescovo di Fermo monsignor Luigi Conti, affiancato dal parroco don Paolo De Angelis, non in una chiesa, ma nei giardinetti pubblici di Amandola, all’ombra delle piante, dove è stata officiata la messa.


Ciò a causa dell’inagibilità di tutte le chiese amandolesi lesionate dal terremoto. Eleganti, raggianti, un po’ emozionati, tutti lì disposti a semicerchio davanti all’altare. Tra loro anche due fidanzati della provincia di Napoli. Questi ultimi sono stati seguiti, nella preparazione, da Mario Americo e Maria Grazia Strada, mentre tutti gli altri da Ornella Virgili e Roberta Treggiari, oltre che dal parroco.

Il terremoto ha stravolto abitudini e disponibilità di strutture, così diventa “normale” fare il ritiro di 3 pomeriggi per la preparazione alla cresima in un autosalone messo a disposizione da un privato. «Oggi ricevete lo Spirito Santo, Dio come presenza di amore, e solo Lui può aiutarvi a costruire il vostro futuro» dice monsignor Conti ai cresimandi. «Chi sorregge questa terra dei Sibillini, anche in momenti così difficili, è la santità di Dio. Facciamo fatica a riconoscerla in situazioni di sofferenza come quelle di questi giorni ma è dentro di noi, non fuori che la dobbiamo cercare.

«Può accadere che nei nostri giorni non ci sia più tempo d’insegnare a pregare, di coltivare e trasmettere la fede, allora c’è il rischio che non si riesca a trovare Dio ma solo gli inutili idoli. La tv e internet sono entrate nelle case, spesso rapiscono attenzione e tempo, a discapito del silenzio per la riflessione, del dialogo tra genitori e figli e tra sposi. Il terremoto ci può insegnare a capire quanto sia importante l’aiuto reciproco, ci fa vedere che nelle difficoltà vince l’amore, la riconciliazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico