Cinghiali, sui Sibillini ormai è un disastro senza fine: «Ma fateli abbattere dagli agricoltori»

Cinghiali, sui Sibillini ormai è un disastro senza fine: «Ma fateli abbattere dagli agricoltori»
AMANDOLA - Un disastro continuo, che non trova tregua, che va avanti da anni, che si acuisce nei periodi estivi quando le colture sono avanzate, per il quale nessuno fino ad ora,...

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AMANDOLA - Un disastro continuo, che non trova tregua, che va avanti da anni, che si acuisce nei periodi estivi quando le colture sono avanzate, per il quale nessuno fino ad ora, a partire da enti e soggetti deputati, è stato capace di mettere riparo in modo efficace. I cinghiali in primis, ma anche altri selvatici come ad esempio gli istrici, da anni ormai creano centinaia di migliaia di euro di perdite per gli agricoltori, a cominciare dalle zone montane, specialmente quelle ricadenti nel Parco Nazionale dei Sibillini, ma anche in quelle al di fuori, estendendosi lungo le vallate fino alla costa.

 


Una problematica molto pesante e dilagante, affrontata nel recente incontro ad Amandola organizzato dalla Coldiretti Ascoli-Fermo, con la presenza della direttrice Milena Sanna ed i referenti nei vari Comuni del territorio montano. L’associazione di categoria si sta muovendo per un confronto continuo con la Regione. «Se si applicassero concretamente alcuni provvedimenti legislativi già esistenti – dice Sanna – si potrebbe andare verso un contenimento più efficace del fenomeno dell’invasione dei cinghiali. Ad esempio le norme che autorizzano il produttore agricolo ad abbattere direttamente i cinghiali sul proprio fondo con la sola comunicazione alla polizia provinciale. Poi occorre che vengano risarciti i danni attraverso le Atc, e quindi occorre una contingentazione più efficace. Una problematica che deve essere affrontata in modo incisivo anche a livello di governo centrale». Poi c’è il problema della sicurezza stradale. Intanto la Regione, con l’assessore ad agricoltura e caccia Mirco Carloni cambia strategia. Firmato, come abbiamo riferito, un protocollo tra il governo regionale e Province, Comuni, associazioni agricole e venatorie, chi fa controlli sul territorio.
La cifra


Per iniziare la Regione mette sul piatto 80mila euro che saranno integrati in caso di altre esigenze. Il protocollo prevede interventi per contrastare la presenza e ridurre la popolazione di cinghiali nei contesti urbani e agro-forestali, con azioni dirette e indirette. Quindi abbattimenti selettivi, ma anche eliminazione di possibili fonti di cibo, di rifugi nelle aree verdi, utilizzo di repellenti olfattivi, la messa in sicurezza delle aree frequentate dai cittadini con recinzioni elettrificate. I soggetti coinvolti nelle azioni creeranno una cabina di regia con un gruppo di coordinamento tecnico, che verrà convocato dalla Regione Marche, finalizzato sia per produrre protocolli tecnici di dettaglio e strumenti tecnici di settore.

 

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Corriere Adriatico