La Quaresima ci insegna il senso di appartenenza

La Quaresima ci insegna il senso di appartenenza
Con la solennità delle Ceneri di mercoledì prossimo inizia la Quaresima, un tempo che si sviluppa per cinque settimane fino alla domenica delle Palme, concludendosi...

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Con la solennità delle Ceneri di mercoledì prossimo inizia la Quaresima, un tempo che si sviluppa per cinque settimane fino alla domenica delle Palme, concludendosi con la Settimana Santa e la Pasqua di Resurrezione. La Quaresima non interpella solo i cristiani: il messaggio della Chiesa è universale e si rivolge a tutti gli uomini, indipendentemente dal loro credo religioso e anche a quanti si professano atei. Il gesto di chinare il capo per ricevere le ceneri è un modo per riconoscere di essere “humus”, umili creature tratte dalla terra e non onnipotenti creatori di noi stessi. Il sacerdote, durante la liturgia, dirà proprio “Polvere tu sei e in polvere tornerai… Convertiti e credi al Vangelo”. La cenere è il segno della debolezza e fragilità umana.

Questo residuo diventa fondamentale grazie alla presenza di un Dio che ama plasmare le sue creature con la terra e il suo soffio vitale. Tale composizione rende visibile l’immagine e la somiglianza all’Autore della vita. Ogni uomo ha bisogno di sentire e di toccare questa cenere, al fine di gustare la bellezza dell’essere persona andando oltre la corporeità. Nell’antica prassi penitenziale il rito delle Ceneri era un appuntamento dove il penitente era chiamato a pentirsi pubblicamente rinnovando il proprio impegno di conversione verso il Signore. Papa Francesco, nel messaggio per la Quaresima 2023 sul tema “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”, ci indica il percorso: “La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare sempre alla Messa, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet”. Il Pontefice, inoltre, invita i cristiani a “non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni”. Il credente rischia di non accorgersi della Quaresima a causa della tanta confusione, ma soprattutto a motivo del grande vuoto che il mondo attuale procura ovunque.

L’uomo, sempre più smarrito, diviso in sé stesso e dimentico del senso della vita, cammina come un disperato alla ricerca di beni illusori. L’umanità sembra non riuscire più a discernere ciò che è bene da ciò che è male addirittura confondendo o invertendo queste due realtà e generando una società snaturata che non riesce più a incontrarsi, a dialogare, a riconoscersi. Il tempo della grazia quaresimale entra così nel tempo cronologico di un mondo che sembra poter fare a meno del suo Creatore strappando l’uomo da ciò che ha di più prezioso: lo spirito, l’anima, il desiderio di Dio.

Coloro che vivono nella totale autoreferenzialità attraverso quella forma anomala di “cristianesimo fai da te” ritornino al confessionale lasciando quelle corazze scandalose fatte di superbia, orgoglio, presunzione, arroganza, giudizio, abbandonando così “l’uomo vecchio” per un modo nuovo di essere e di agire. Chi si è allontanato dalla fede e vive nella solitudine e nell’egoismo, nel consumismo e nel relativismo abbia il coraggio di mettersi in discussione ricominciando a frequentare la Santa Messa domenicale, i Sacramenti. I genitori che hanno trascurato e dimenticato la propria religione e che ogni giorno si lamentano della crisi di valori e dei comportamenti negativi dei propri figli esaminino la propria coscienza rieducandosi per primi a essere coerenti e costanti nell’osservanza dei comandamenti. La Quaresima dovrebbe essere l’occasione per tornare a insegnare, nelle famiglie, nelle scuole, nei posti di lavoro e ovunque ci si trovi, quel senso di appartenenza che fa nascere la condivisione e il servizio verso il prossimo. Gesù è il Salvatore di ogni individuo, dai rifiutati della società, i poveri più poveri, a quanti sono malati di onnipotenza e si ergono a manipolare le sorti di tutti. Una nuova umanità può rigenerarsi… basta accorgersi e aprirsi all’altro uscendo dall’illusione dell’auto-sufficienza, quello stato profondo di chiusura che è l’origine stessa dell’ingiustizia.



*Associazione Comunità Papa Giovanni XIII Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico