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Dei robot non potremo fare a meno nel nostro futuro e conseguentemente gli aspetti etici per il loro utilizzo saranno fondamentali. Lo sviluppo di questa tecnologia apre scenari impensabili solo qualche anno fa, l’integrazione con l’Intelligenza artificiale renderà tutto più semplice da programmare e da utilizzare. I robot che stanno arrivando avranno sempre più una stretta interazione con le persone, non solo nell’esecuzione di compiti cooperativi in fabbrica ma soprattutto nello svolgimento di servizi di assistenza e di aiuto. I robot assistivi potranno essere di sostegno a persone con fragilità motorie o cognitive, così come svolgere operazioni domestiche non sempre gradite, come pulire il bagno, ordinare la casa. Ma proprio questa stretta interazione con le persone richiede una attenta considerazione degli aspetti etici associati a queste nuove tecnologie, al pari di quanto si è iniziato a fare per l’intelligenza artificiale, per evitarne usi pericolosi e fraudolenti.
Nelle maggiori economie mondiali il calo demografico è ormai una evidenza, nelle previsioni demografiche elaborate dall’ONU, dalla Cina alla Germania, comprendendo anche l’Italia, il calo demografico sarà inarrestabile.
Tutto questo grazie al miglioramento delle condizioni di vita e delle cure mediche. Oggi le persone con più di 65 anni rappresentano circa il 10% della popolazione mondiale e dalle stime elaborate dall’ONU, nel 2050 saranno il 16% del totale, il doppio dei bambini con meno 5 anni e circa lo stesso numero dei bambini fino a 12 anni. Ci saranno nel 2050 più vecchi che bambini, si avranno meno figli e la popolazione nelle economie più sviluppate potrà aumentare solo grazie all’immigrazione. La crescita demografica si avrà solo nei Paesi meno sviluppati, nel 2050 la metà dei nuovi nati saranno tutti concentrati nell’Africa subsahariana. L’Italia, le Marche sono all’interno di queste traiettorie, occorrerà per tempo pianificare azioni per non associare al calo demografico anche un calo economico. Con tanti più anziani vi sarà un problema di manodopera per produrre beni e servizi, assistere le persone quando malate o fragili.
La robotica potrà aiutarci sicuramente, riducendo la fatica del lavoro, assistendo persone fragili. Ma accanto allo sviluppo tecnologico dovremmo gestire con molta attenzione gli aspetti etici collegati, come la privacy o l’inganno che potrebbe portare ad un’eccessiva fiducia nel robot, mettendo così in pericolo la sicurezza dell’utente o i suoi processi decisionali, e favorire una dipendenza emotiva dal robot, percependolo come dotato di sentimenti o stati emotivi, che non potrà mai avere. Ricordiamoci che un robot resta una macchina costruita per farci lavorare meno. Il rischio di aumentare l’isolamento sociale esiste, con una generalizzata riduzione del contatto umano che stiamo già sperimentando con i nostri cellulari.
Così la preoccupazione della libertà persa quando il robot per garantire il benessere dell’utente in termini di salute ne limita le azioni o le decisioni. Altra questione etica importante è la responsabilità, principalmente in virtù dell’autonomia tecnologica dei robot che può portare ad un danno. Chi è il responsabile ultimo delle potenziali conseguenze negative del comportamento di un robot e chi dovrebbe risponderne? Problemi che richiedono la condivisione di conoscenze tra ingegneri, medici, filosofi, giuristi. Professioni sempre più importanti nel futuro che ci aspetta e da far crescere dando a tutti la possibilità di accedere ai più alti livelli di istruzione. Ai figli dei falegnami garantiamo la possibilità di diventare ingegneri.
*Dipartimento di Ingegneria
dell’informazione
Facoltà di Ingegneria
Università Politecnica
delle Marche
Corriere Adriatico