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Le varianti, senza dubbio, le varianti sono la notizia. L’inglese, la brasiliana, la sudafricana. Che fanno salire per la terza volta la curva, e riempiono gli ospedali. E tracimano nelle conversazioni e nelle pagine dei giornali. E deprimono noi già prostrati esasperati esausti. Le varianti, d’accordo, la minaccia del momento. E però l’incubo ritornante non esaurisce il mondo. E allora ecco un articolo non virus-free, non è possibile ancora, ma di sole buone notizie composto. Esistono anche quelle anche adesso, eccome se esistono. Sette, una in fila all’altra. 1) I vaccini funzionano, altroché se funzionano. Pure contro le varianti.
L’inglese viene neutralizzata, le altre due ammaccate (e in ogni caso non pare così complesso aggiornare adattare i sieri). I numeri parlano chiaro: dove si vaccina sul serio - Gran Bretagna, Israele, Arabia Saudita, Usa - il contagio decresce di brutto. In quei Paesi si prospettano riaperture. Progressive ma definitive. L’arma vincente esiste. Cara Unione Europea, datti una mossa, procuratela. Finora hai rimediato la più classica delle figure di palta. «Siamo all’ultimo miglio», dice il ministro Speranza. Vediamo di non percorrerlo ad andatura bradipo assonnato. 2) Per prenotare la prima iniezione del risolutivo siero - non a mio beneficio, non ho l’età - ho sperimentato il sito web, se ancora non avete provveduto trovate il link sul sito della Regione. Ero rassegnato a perderci mezza giornata almeno, nominando le più svariate divinità invano.
Secondo me a breve si stuferà di giocare a quel gioco preistorico. Non potrebbero fornirgliene uno figo, un qualunque capitolo di Gta, per dire? 5) A proposito di vere sciocchezze e però divertenti. Avete visto il filmato del ragazzo che ha dato di matto e spaccato tutto alla tv islandese? Digitate su Google “Gettu betur” - è il titolo del programma, qualsiasi cosa significhi: non voglio saperlo - e godetevi lo spettacolo. Soprattutto della conduttrice: stupefatta eppur capace di ricomporsi fulmineamente, recuperare l’aplomb.
Grande saggio di professionalità. 6) Da qualche giorno, ogni volta che mi connetto a Facebook ricevo il messaggio: «Ciao Giovanni, il tuo account è stato collegato da un nuovo browser o dispositivo. Eri tu?». Strillare verso il telefono «Certo che sono io, soglione di un controllore. E il browser e pure il dispositivo sempre gli stessi sono» non impedisce il reiterarsi del messaggio. Ma non è commovente che Facebook si interessi tanto alla nostra privacy digitale, mentre continua a fare incetta di dati sensibili? 7) Sapete cosa ha fatto Clint Eastwood quando l’epidemia dilagava negli States? Ha girato un film. Me lo immagino ringhiare: «Go ahead, Covid, make my day» (lui può permetterselo, noi restiamo prudenti). Si intitola “Cry Macho”, ne è anche il protagonista. Abbiamo già il film imperdibile, per quando i cinema riapriranno (presto, dai).
*Opinionista e critico cinematografico
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