OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La delusione che dilaga nel popolo rispetto ai governanti mondiali non è una sensazione trascurabile. Nel Vangelo viene descritto lo sgomento della povera vedova per il silenzio delle istituzioni dalle quali invocava giustizia. Allo stesso modo le cronache storiche di pestilenze, carestie (pensiamo già ad un Arca di Noè per il post diluvio universale) e conflitti intrecciano epoche buie e miracolose uscite dal tunnel. L’immagine di Sami Modiano, italiano sopravvissuto ai campi di concentramento, che riceve il vaccino ha commosso il mondo. Negli stessi giorni, però, a deludere profondamente le legittime aspettative di soluzione della pandemia sono state le tante turbolenze politiche che si sono scatenate anche nel nostro Paese. Ciò è un preoccupante sintomo di una cronica inadeguatezza della classe dirigente (come ha ricordato più volte Papa Francesco) di fronte alla terrificante prova di una tragedia individuale e collettiva che dovrebbe veder sospese, almeno per il prossimo anno, le battaglie personalistiche mai così distanti dal sentire comune dei cittadini. Purtroppo, dobbiamo rilevare quanto nell’emergenza stiano affiorando non solo le reazioni etiche e costruttive della lotta al virus (operatori sanitari, terzo settore, forze dell’ordine), ma anche le pulsioni divisive che antepongono l’io al noi. Non è questa l’epoca per dividere ciò che va unito: siamo debitori alle future generazioni di una risposta coordinata e solidale ad una catastrofe che ha già mutato il volto dell’umanità. Gli scienziati ci avvertono che più il virus circola, maggiori sono i rischi di mutazioni che accrescono la sua contagiosità, come già avvenuto in Inghilterra, Brasile e Sudafrica. “Fate presto!”, esortano i medici dei centri vaccinali (rimasti a corto di dosi) nei quali si indica il modello israeliano della copertura di massa in grado di abbassare la curva delle infezioni. In tempi straordinari servono condotte e moralità rafforzate, condivise e finalizzate ad un unico traguardo: mettere in salvo il maggior numero possibile di persone fragili. E invece, in un quadro epidemiologico in drammatico peggioramento, dalle supreme istanze di quella che la dottrina cattolica considera la più alta forma di carità (la politica), abbiamo assistito tutti delusi alla ripetizione di vecchie dinamiche che fanno avvertire la frattura tra gente e palazzi. Il Pontefice ha richiamato i governanti del mondo a garantire il rapido e universale accesso al vaccino, superando egoismi e rivalità che dimostrano l’inadeguata caratura degli attuali protagonisti della vita pubblica. Tutto ciò sta accadendo proprio nei giorni che tradizionalmente, ogni anno, i cristiani dedicano alla preghiera per l’unità tra i discepoli di Cristo. Nessuno scandalo è più grave in pandemia della negazione di una realtà inconfutabile: nessuno si salva da solo. Chi crede nel Vangelo deve dimostrarsi capace di sacrificare il proprio tornaconto personale a vantaggio del bene comune.
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico