Valore del sacrificio e gratuità sono le strade per i giovani

Valore del sacrificio e gratuità sono le strade per i giovani
Secondo un recente monitoraggio di Eurostat, in Italia un giovane su dieci è “neet” ossia non studia, non lavora, né è impegnato in percorsi di...

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Secondo un recente monitoraggio di Eurostat, in Italia un giovane su dieci è “neet” ossia non studia, non lavora, né è impegnato in percorsi di formazione. Il nostro Paese è la maglia nera in Europa per quanto riguarda questo grave problema che interessa persone di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Papa Francesco da tempo ha chiesto di stipulare in ogni Nazione uno specifico patto educativo come strumento per garantire un futuro ai giovani. Grazie al contributo dell’allora arcivescovo Jorge Mario Bergoglio è nata nel 2001 in Argentina la grande rete chiamata “Scholas Occurrentes” per rispondere a livello culturale alla crisi politica, economica e sociale del Paese; tale organismo si è poi diffuso in tutto il mondo, soprattutto nelle zone più povere. Proprio qualche giorno fa il Pontefice è intervenuto all’evento di “Scholas Occurrentes” sulle “Città Eco-Educative” che ha riunito a Roma 50 sindaci di America Latina ed Europa.

In collegamento con giovani di ogni parte del globo, il Papa ha risposto anche a domande sulle crisi sociali e il rapporto con gli anziani. Tra i diversi aspetti che ha affrontato la condanna del bullismo che “distrugge” la vita, l’invito al rispetto per ogni persona “così com’è”, nella sua “autenticità”, l’allarme per la diffusione della pornografia e la “commercializzazione dell’amore” di cui sono vittime soprattutto gli adolescenti. “Che i ragazzi abbiano educazione – ha osservato – è un dovere dei genitori e della società intera. I ragazzi che non terminano i cicli scolastici sono un peso per le società”. Don Milani, l’instancabile sacerdote fiorentino nato 100 anni fa, era convinto che la mancanza di cultura fosse un ostacolo all’evangelizzazione e all’elevazione sociale e civile del suo popolo.

Da uomo sincero e diretto, oltre gli schemi ma sempre fedele alla Chiesa pur nelle tribolazioni, sosteneva l’importanza della conoscenza per il riscatto dei poveri fondando la scuola per i ragazzi di Barbiana: “Se un povero possiede la parola è come se possedesse la fionda usata da Davide contro Golia”. Nel mondo attuale siamo alle prese con una crisi sistemica che rischia di segnare per sempre le nuove generazioni. Chi insegna ha una missione come chi evangelizza e ha il dovere di infondere il santo amore di elevarsi seguendo l’esempio del protettore degli studenti san Giuseppe da Copertino conosciuto come il “santo che volava”, simbolo di una cultura della vita che sa superare le avversità del presente. Conosciamo tante storie esemplari di maestri e professori che si sacrificano quotidianamente dando non solo metaforicamente il loro sangue per l’indispensabile trasmissione di conoscenza tra le generazioni.

Alle spalle dell’emergenza educativa che è sotto gli occhi di tutti, c’è la metodica distruzione di ogni agenzia deputata alla formazione: famiglia, comunità, parrocchia. A furia di delegittimare quegli adulti che sarebbero in grado di guidare i giovani, si è condannata più di una generazione ad affidarsi a “cattivi maestri” oppure ad avventurarsi nei sentieri virtuali di impersonali tecnologie che non saranno mai dotate di un’anima né di un cuore, malgrado l’ossimoro logico dello slogan “intelligenza artificiale”. Spesso è proprio il contatto e la testimonianza con le persone in carne e ossa, in particolare i poveri, che fa comprendere il senso dell’esistenza a un’umanità disillusa, indolente e indifferente.

Gli stessi cristiani, nonostante le belle parole, nella pratica insegnano ai giovani che la felicità coincide con il prestigio o con il possedere il maggior numero possibile di beni! Invece è fondamentale riscoprire il valore del sacrificio nel segno della gratuità, anche attraverso l’impegno in sane forme di volontariato: mettersi al servizio degli altri, con un supplemento di attenzione nei confronti dei soggetti più deboli e svantaggiati, è fonte di grande ricchezza. Sotto questo punto di vista i giovani già forniscono al mondo uno stupendo esempio che bisogna continuare a valorizzare. E allora aiutiamo i figli, i genitori, gli educatori ad accettare e amare la propria vocazione nel rispetto reciproco condividendo con gioia la quotidianità.

 

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII 

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Corriere Adriatico