Un giorno per combattere la triste cultura dello scarto

Papa Francesco
Il tema scelto per la seconda edizione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che si celebra oggi in tutto il globo è “Nella vecchiaia daranno ancora...

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Il tema scelto per la seconda edizione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani che si celebra oggi in tutto il globo è “Nella vecchiaia daranno ancora frutti”. Papa Francesco nel 2021 ha stabilito di realizzare questo evento ogni anno nella quarta domenica di luglio, in prossimità della festa dei santi Gioacchino e Anna, nonni di Gesù. In numerose occasioni il Pontefice si è soffermato a meditare sulla cosiddetta “terza età” sottolineando l’importanza della cura degli anziani e del dialogo con le nuove generazioni. Oggi il cardinale Angelo De Donatis, vicario generale del Pontefice per la diocesi di Roma, officia la Messa alle ore 10 nella Basilica di San Pietro, proprio nel giorno in cui Francesco inizia la sua trasferta in Canada.

Tra l’altro il Papa, durante il suo 37esimo viaggio apostolico, visiterà il santuario di Sant’Anna il 26 luglio, mentre incontrerà giovani e anziani in una scuola elementare di Iqaluit tre giorni più tardi. Il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita esorta i fedeli a condividere la Giornata odierna partecipando a una celebrazione eucaristica e visitando gli anziani soli o nelle case di riposo. Il cardinale Kevin Farrell, prefetto del succitato Dicastero, chiede al popolo di Dio di «prendere coscienza della rilevanza degli anziani nella vita delle società e delle nostre comunità e a farlo in maniera non episodica, ma strutturale».

Troppo spesso le “pantere grigie” vengono omologate nell’ingranaggio del mercato “usa e getta” secondo cui tutti devono necessariamente rispondere ai modelli imposti dalla cultura utilitaristica e massificata imperante. Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a combattere la cultura dello scarto, la mentalità dominante nella società moderna dove tutto ciò che non è bello, giovane e funzionante debba essere messo da parte. Hanno, inoltre, il compito di attuare un autentico cambiamento di vita, correggendo comportamenti spesso incoerenti, dalle piccole alle grandi scelte, nelle varie responsabilità che condizionano l’esistenza di ogni creatura. È fonte di gioia donare sé stessi completamente, senza riserve, rendendosi disponibili verso chi è in difficoltà, facendosi attenti alle esigenze dei propri familiari – e non solo – indipendentemente dalla loro età e accostandosi a quanti sono nella sofferenza e nell’abbandono. C’è uno spazio interiore che ci è stato offerto, un tempio santo che è l’essere umano nella sua irriducibile, sbalorditiva e complessa unicità. L’uomo è impossibile da etichettare perché è come una perla preziosa, un’opera unica e irripetibile che riflette l’immagine reale di Dio Padre. Ogni persona non dovrebbe mai chiudersi, ma aprire il cuore verso l’altro per un amore più grande, senza limiti, educandosi all’ascolto e alla comprensione reciproca. Il rischio, invece, è di continuare a seguire uno stile di vita superficiale, capace di imprigionare l’individuo in una sorta di mediocrità morale, rendendolo complice di un mondo ingiusto e disumano, una civiltà che non tiene più il passo dei fragili. Il Papa non manca di incoraggiare e spronare gli anziani ad essere artefici di quella che lui chiama «rivoluzione della tenerezza».

Infatti, nel messaggio preparato per questa domenica, scrive: «La vecchiaia non è un tempo inutile in cui farci da parte tirando i remi in barca, ma una stagione in cui portare ancora frutti: c’è una missione nuova che ci attende e ci invita a rivolgere lo sguardo al futuro». Prosegue su questa stessa linea in un tweet lanciato qualche giorno fa: «Noi, nonni e anziani, abbiamo una grande responsabilità: insegnare alle persone a vedere gli altri con lo stesso sguardo comprensivo e tenero che rivolgiamo ai nipoti. Oggi possiamo essere maestri di un modo di vivere pacifico e attento ai più deboli». In un’Europa che sta vivendo nuovamente la guerra, proprio quando la generazione che ha patito il secondo conflitto mondiale sta scomparendo per questioni anagrafiche, i nostri nonni possono ancora aiutarci insegnando a ognuno di noi a sconfiggere l’egoismo e il rancore che invadono ogni giorno una realtà sociale sempre più desiderosa di amore, pace e giustizia.

 

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

 

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Corriere Adriatico