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«Che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana».
Nella preghiera conclusiva del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace, che si celebrerà il prossimo primo gennaio, sono presenti tutte le attese di un’umanità desiderosa di vivere nella prosperità e nella concordia. Il Pontefice, approfondendo il tema della Giornata, “Intelligenza artificiale e pace”, ha sottolineato da una parte le “entusiasmanti opportunità” relative al miglioramento del lavoro, alle condizioni di vita dei popoli, agli strumenti medici e alle interazioni personali; dall’altra i “gravi rischi” dell’uso sregolato delle cosiddette armi “intelligenti”, il conseguente pericolo di attacchi terroristici, andando così a promuovere “la follia della guerra” o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime, arrivando, ad esempio, a condizionare elezioni politiche. Con il Natale ormai alle porte, purtroppo siamo costretti a constatare che i conflitti aumentano mentre la gente soffre e piange.
La pace, secondo il Vangelo, è una realtà imprescindibile dalla giustizia; quando questa manca, inevitabilmente nascono contrarietà e guerre.
La Chiesa di Papa Francesco, sempre dalla parte degli “scartati”, abbraccia i più deboli e sprona continuamente i governanti a combattere qualsiasi forma di oppressione e ingiustizia, nel rispetto degli insegnamenti evangelici. Questo appello va accolto pienamente sollecitando tutti a compiere un passo verso chi soffre perché privato della propria dignità. Dovremmo cercare di mettere in pratica questo slancio verso l’altro con un sentimento incondizionato di carità e generosità che inevitabilmente “contagerà” quel prossimo che incontreremo sulla nostra strada. La fede dei veri credenti può realmente salvare l’umanità! Siamo chiamati a sostituire tutti i parametri di questo sistema impazzito che ha voluto togliere Dio dalla società pensando di potersi appropriare della Sua creazione.
C’è una complicità diabolica e spaventosa formata da potenti senza scrupoli, ammalati di profitti mostruosi ai quali il caos che stiamo attualmente vivendo fa comodo. La situazione di oggi richiede una particolare attenzione affinché non dilaghi una società tecnocratica senza pietas e senza cuore. La luce è il Santo Natale di Gesù che si avvicina: il bisogno di sacralità possa risbocciare nei nostri cuori recuperando quel rispetto che l’essere umano ha sempre avuto per il Creatore. Prepariamoci ad accogliere autenticamente quella “pace vera” che non delude l’umanità anche inginocchiandoci in preghiera, supplicando il Salvatore di intervenire nelle menti dei corrotti e chiedendo agli uomini di fermarsi dinanzi alla distruzione del futuro delle nuove generazioni. I cristiani comincino, partendo da loro stessi, a chiedere perdono del male procurato ai figli di questo tempo e, nonostante i limiti e le debolezze, si spendano per costruire dei ponti verso i fratelli, vicini e lontani, realizzando la “globalizzazione della solidarietà” anziché quella dell’indifferenza.
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Corriere Adriatico