La rinnovata fecondità che reclama gli anziani

Papa Francesco
«Io sono con te tutti i giorni». È questo il tema che la Chiesa cattolica ha scelto per questa domenica, prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani,...

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«Io sono con te tutti i giorni». È questo il tema che la Chiesa cattolica ha scelto per questa domenica, prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, istituita da Papa Francesco per celebrare il dono di coloro che custodiscono e tramandano la vita e la fede. Al termine dell’Angelus dello scorso 31 gennaio il Pontefice aveva annunciato tale data, quarta domenica di luglio, in prossimità della festa dei Santi Gioacchino ed Anna, i nonni di Gesù.

Questa mattina, in comunione con le parrocchie di tutto il mondo, l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, presiede la Messa nella basilica di San Pietro. Si tratta - ha spiegato il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita - soprattutto di nonni accompagnati dai loro nipoti, ma, significativamente, sono presenti alcune centinaia di persone uscite oggi per la prima volta dalle strutture residenziali in cui vivono dopo più di un anno di isolamento. Il Papa ha recentemente messo l’accento sulla vocazione della Terza età definendola in tre ambiti:«custodire le radici, trasmettere la fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli».

«Anche quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia - ha evidenziato Francesco - il Signore continua ad inviare angeli, a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’». Gli anziani, come i malati e tutti gli emarginati, incarnano quei “piccoli” citati nelle beatitudini evangeliche, quanti sono spesso segregati dalla collettività ma che entreranno per primi nel regno dei Cieli. I cristiani e tutte le persone di buona volontà hanno il dovere di donare il proprio conforto e mettere la propria vita al fianco di individui a cui manca quella quotidianità di relazioni e compagnia che li aiuta a non abbattersi, a sentirsi attivi, importanti. Gli anziani, nel disegno di Dio, sono parte integrante e insostituibile della famiglia. Sono una risorsa incomparabile e hanno la capacità di affascinare e coinvolgere i bambini perché hanno tanta umanità: ascoltano, rispondono alle domande, hanno pazienza e volontà di stare con loro, di dialogare… Non di rado, però, se ne parla come di oggetti inopportuni, da spostare da un luogo all’altro, non tenendo conto della sacralità della persona, del fatto che ogni uomo è parola irripetibile di Dio con una missione indispensabile da compiere. La nostra società tecnicistica tende a liquidare i nonni rinchiudendoli nei ricoveri non comprendendo che sono spesso i primi a riempire il vuoto lasciato dai genitori. Gli anziani, fino all’ultimo respiro, sono soggetto costruttivo di società e di Chiesa.

Lo afferma lo stesso Papa Francesco, rispondendo indirettamente e inequivocabilmente a chi li considera inutili: «Io stesso posso testimoniare di aver ricevuto la chiamata a diventare Vescovo di Roma quando avevo raggiunto, per così dire, l’età della pensione e già immaginavo di non poter più fare molto di nuovo»... La vita, pur nella fragilità, non perde mai il suo valore e la sua dignità; le persone disagiate per l’età avanzata, ma anche per le malattie, sono quelle membra che, come dice San Paolo, sembrano le più deboli, ma in realtà sono le più necessarie e che maggiormente dobbiamo onorare per favorire l’unità nella Chiesa, nel Corpo mistico di Cristo. In realtà, nessuno si salva da solo: una civiltà realmente avanzata è davvero risanata quando segue e tiene il passo di tutti i suoi componenti.

Proprio per questo bisogna avere il coraggio di proporre un nuovo tipo di società inclusiva di giovani, adulti e anziani - qualunque sia la condizione in cui si trovino - che compia il bene e non si arrenda mai al male, testimoniando alle nuove generazioni che un mondo migliore è realmente possibile. Rivolgiamoci al Creatore con gratitudine per il dono dei nonni, facendo nostra la preghiera pensata dal Papa proprio per questa Giornata: «Ti ringrazio per avermi donato una famiglia e per la benedizione di una lunga vita. Ti ringrazio per i momenti di gioia e di difficoltà, per i sogni realizzati e quelli ancora davanti a me. Ti ringrazio per questo tempo di rinnovata fecondità a cui mi chiami».

 

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

 

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Corriere Adriatico