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«Tutto è connesso. Se l’essere umano si dichiara autonomo dalla realtà e si costituisce dominatore assoluto, la stessa base della sua esistenza si sgretola, perché invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura»”.
L’affermazione, più volte ribadita da Papa Francesco, è stata la fonte di ispirazione per la 49ª Settimana Sociale dei cattolici italiani programmata a Taranto dal 21 al 24 ottobre. In preparazione all’evento si sono svolti già due appuntamenti, l’ultimo dei quali è stato il Seminario del centro Italia, tenutosi online nel corso di questo fine settimana sul tema “L’Italia riparte: visioni di futuro. #tuttoèconnesso”.
Sette giorni prima, nell’analogo appuntamento destinato al sud Italia, si era affrontato l’“Annuncio evangelico tra disagio sociale e transizione ecologica” coinvolgendo le cinque regioni del Mezzogiorno in un focus sul rapporto tra sviluppo, ambiente e sostenibilità. Il simposio rivolto al centro Italia ha permesso di realizzare dei momenti di riflessione, approfondimento, ma anche di attività laboratoriale e condivisione.
Una giornata è stata dedicata alle relazioni di esperti nel settore ambientale, seguita da lavori di gruppo durante i quali sono state elaborate proposte in ambito di formazione, policy, comunicazione e cittadinanza attiva.
Infine, i giovani hanno redatto il loro appello per la prossima Settimana Sociale, una serie di spunti utili a un’umanità che troppo spesso sembra incapace di amare la vita, di garantire accoglienza ai propri simili e preservare quanto gli è stato donato dal Padre Eterno.
In tante occasioni, infatti, l’uomo disperde energie e intelligenza in attività dannose e contrarie al bene, mostrandosi incapace di gestire e salvaguardare le meravigliose risorse del creato. Custodire il creato significa anche vivere personalmente la responsabilità di rendere sempre più bella la creazione attraverso la gratuità e il servizio nei confronti di ogni individuo.
Come cristiani siamo chiamati a sostituire tutti i parametri di questo sistema impazzito che ha voluto togliere Dio dalla società pensando di potersi appropriare di tutto e tutti. La grazia di Cristo ci permette di diventare suoi cooperatori nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove ogni persona e ogni creatura possa vivere in pace, nell’armonia di tutte le risorse che il Signore ha messo a disposizione. L’umanità può davvero risolvere dissidi e problemi con il rispetto e l’amore reciproci. Solo così scaturisce un nuovo tipo di civiltà, inclusiva e solidale, orientata alla costruzione di un futuro insieme.
Invece, sempre più spesso, si offre ai giovani l’esempio di un contesto sociale eticamente povero, imprigionato e sottomesso alla sola logica del guadagno, che soggiace agli egoismi più sfrenati. I credenti in Cristo non possono lasciar correre in maniera rassegnata una cultura individualista che elimina il “noi” a favore dell’“io”, ma è importante che si adoperino affinché prevalga la pratica dell’amore disinteressato e incondizionato, partendo da coloro che sono più vicini.
Quella di oggi è un’economia che “uccide”, ha affermato il Papa, «la persona non è più al centro», «obbedisce solo al denaro», «fare soldi diventa l’obiettivo primario e unico». In tale contesto la disoccupazione è la conseguenza di un sistema economico autoreferenziale che non sa più creare lavoro. Non smarriamo o, peggio, svendiamo l’etica e i principi morali per il dio-denaro, per il mito del successo, del progresso o del potere ad ogni costo! Quando ciò avviene gli uomini perdono la loro umanità e dignità arrivando addirittura a mercificare e schiacciare le persone, anziché tendere al raggiungimento di un benessere condiviso attraverso l’utilizzo, da amministratori e non da proprietari, delle ricchezze che Dio ha messo loro a disposizione.
* Associazione comunità Papa Giovanni XXIII
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