Tyrrhenian Link, il futuro è il corridoio elettrico sottomarino

Tyrrhenian Link, il futuro è il corridoio elettrico sottomarino
Nel nuovo Piano di sviluppo da 18,1 miliardi di euro di investimenti in 10 anni, Terna ha programmato oltre 30 nuovi progetti infrastrutturali, dando elevata priorità a...

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Nel nuovo Piano di sviluppo da 18,1 miliardi di euro di investimenti in 10 anni, Terna ha programmato oltre 30 nuovi progetti infrastrutturali, dando elevata priorità a tutti gli interventi ritenuti strategici per l’intero sistema elettrico nazionale.

Centrale il Tyrrhenian Link: il maxi collegamento sottomarino consentirà una maggiore integrazione tra le diverse zone di mercato e un più efficace utilizzo dei flussi di energia proveniente da fonti rinnovabili, che sono in costante aumento. Inoltre avrà un ruolo decisivo nel miglioramento dell’affidabilità della rete e dell’intero sistema elettrico contribuendo alla sicurezza e all’adeguatezza del sistema a fronte dell’atteso decommissioning degli impianti a carbone e degli impianti più obsoleti e a maggior impatto ambientale.

Si tratta della più importante opera strategica mai realizzata da Terna. Assorbirà nei prossimi anni circa 3,7 miliardi di euro di investimenti. Coinvolte circa 250 imprese. Più nel dettaglio, la nuova interconnessione è un progetto all’avanguardia che prevede la messa in funzione di due linee elettriche sottomarine (una dalla Campania alla Sicilia, il cosiddetto Ramo Est, e una dalla Sicilia alla Sardegna, Ramo Ovest) per un totale di 950 chilometri di collegamento e una capacità complessiva di duemila megawatt in corrente continua. L’opera sarà a regime nella sua interezza nel 2028. Il primo cavo, ovvero quello relativo al Ramo Est, sarà invece operativo già a partire dalla fine del 2025. Per quanto riguarda invece l’Adriatic Link, Terna prevede il completamento delle attività e l’entrata in esercizio del collegamento entro il 2028, con due anni di anticipo rispetto alla data pianificata in precedenza. L’opera, che comporterà un investimento pari a circa 1,1 miliardi di euro, è funzionale all’integrazione dell’energia prodotta dagli impianti eolici e fotovoltaici presenti in gran parte nel Sud Italia verso i centri di consumo del Nord.

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Corriere Adriatico