Russia-Ucraina, effetto investimenti: niente panico e pronti a sfruttare il rimbalzo

Russia-Ucraina, effetto investimenti: niente panico e pronti a sfruttare il rimbalzo
Sarà la volatilità ad avere la meglio nelle prossime settimane. Ascolta: Energia, il gas del Mediterraneo per essere autonomi. Pensioni, tre ipotesi per lasciare...

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Sarà la volatilità ad avere la meglio nelle prossime settimane.

Quindi, cautela, velocità di reazione e dinamismo risulteranno ancora una volta cruciali sui mercati finanziari. Ma niente panico, bisogna resistere alla tentazione di liquidare il portafoglio: guardare alla storia può essere di conforto. Diversi eventi geopolitici alle spalle possono fornire indicazioni preziose su come navigare in questo contesto. In termini di “market timing”, cioè di “momento giusto per investire”, l’evidenza empirica mostra, sottolinea François Rimeu di La Française AM, che le invasioni militari costituiscono per le azioni quasi sempre opportunità di acquisto, e non occasioni di vendita. Certo, questa osservazione potrebbe essere meno valida nel caso di un conflitto che porti a un aumento stabile dei prezzi dell’energia, ammette l’analista. Ma una massiccia riduzione delle attività a rischio è senz’altro una mossa da evitare. Naturalmente una certa volatilità sulle azioni è da mettere in conto per un po’. Nei prossimi giorni potrebbe verificarsi una violenta inversione, al rialzo o al ribasso, rendendo difficili qualsiasi decisioni di investimento.

MANTENERE LA ROTTA

Anche il consiglio di Moneyfarm è di mantenere la rotta e resistere all’impulso di disinvestire. Dopotutto, è la ripresa la parte più importante di qualsiasi recessione economica. Dopo ogni forte flessione negli ultimi 20 anni, incluso il Covid, i mercati alla fine si sono ripresi rapidamente, anche sorprendendo per la dimensione del recupero. Per valutare l’impatto del ritiro dai mercati, gli analisti hanno esaminato la crescita di due ipotetici portafogli identici. Uno è stato liquidato durante i quattro principali cali degli ultimi 10 anni e reinvestito solo dopo che questi si erano ripresi, mentre l’altro ha mantenuto la rotta e ha aspettato che il mare si calmasse. Il disinvestire in modo precoce ha portato il primo investitore a perdere il rimbalzo del mercato. E dunque il suo portafoglio ha registrato una crescita inferiore del 35% rispetto al secondo. Naturalmente, la performance passata non sempre è garanzia di ricchi rendimenti futuri né possiamo essere certi di una tempestiva ripresa, nonostante i precedenti storici. In questi casi, però, prendere tempo si è rivelata quasi sempre la mossa più proficua. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere Adriatico