ROMA - Continua a crescere il risparmio in Italia. Per il quarto anno consecutivo aumenta la quota di italiani che sono riusciti a mettere da parte qualche euro negli ultimi...
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Alle preoccupazioni per il destino del Paese si aggiungono poi quelle di una crisi dell'Unione europea, un'istituzione nella quale la maggioranza non ha più fiducia. In questo contesto di incertezza, il 67% preferisce lasciare le proprie risorse liquide, chi investe lo fa solo con una parte minoritaria dei propri risparmi e torna a crescere chi vede nel mattone l'investimento ideale (il 30% del campione). Del resto, tre italiani su quattro bocciano come inefficaci le leggi e controlli a tutela del risparmio e il 67% si attende che i risparmiatori saranno ancora meno protetti nei prossimi anni. Preoccupano le turbolenze dei mercati bancari e finanziari mentre il fondo Atlante, nato per sostenere la capitalizzazione delle banche e la gestione dei crediti deteriorati, secondo il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, è stato «abbandonato al suo destino» anche se «ha salvato il sistema bancario italiano» con gli interventi in Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza. Al momento della messa a punto di Atlante «avrei fatto meglio a non partecipare alle riunioni perché ho costretto i miei amici e colleghi delle fondazioni a metterci 536 milioni», confida ora Guzzetti.
In quelle riunioni, «erano chiari obiettivi e finalità di Atlante ed era chiaro chi doveva metterci i soldi, ma poi le banche straniere non ce li hanno messi anche se avrebbero dovuto perché operano nel paese», spiega Guzzetti chiamando in causa Credit Agricole e Bnp Paribas. «Dovevamo dare ad Atlante un bel pacco di miliardi, - continua l'ex banchiere - fare veramente il mercato e rompere l'oligopolio delle cinque società americane che, di fronte all'esigenza delle nostre banche di liberarsi delle sofferenze, hanno comprato a 13 centesimi, a 15, 16, 17».
Corriere Adriatico