ROMA - Nell’anno difficile delle banche - che il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha attribuito anche alla disomogeneità delle regole europee e a...
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I dati emergono dall’analisi, condotta da Corriere Economia, dei conti per famiglie delle dieci principali banche italiane: Intesa, Unicredit, Ubi, Mps, Bnl, il nuovo Banco Bpm e l’ex Bpm, Credem, Carige, Cariparma). Hanno aumentato i costi nell’anno Intesa e Ubi (che però resta la più conveniente), ma anche Unicredit (solo del 3% a 169,35 euro, una delle più care) e l’ex Popolare di Milano: +24% a 182,37 euro, penultima nella classifica della convenienza. Pur fuso con il Banco Popolare, l’istituto vive per adesso ancora come spa nel nuovo Banco Bpm e mantiene il conto New Welcome per i vecchi clienti.
Dietro l’incremento medio del 13% ci sono due cause: il contributo al salvataggio delle banche in difficoltà e l’aumento di alcune commissioni. Nel primo caso si sono mossi il citato Banco Popolare e Ubi, che hanno applicato un costo aggiuntivo ai clienti per rientrare di parte dei soldi spesi per il Fondo interbancario e per il Fondo di risoluzione. Non c’è stato però, va detto, il seguito atteso da parte del sistema sulla pratica.
Nel secondo spicca l’incremento di carte di credito e bonifici per cassa (il calcolo, per omogeneità con l’anno scorso, è su sette banche: Intesa, Ubi, Mps, Ex Bpm, Cariparma, Bnl, Unicredit).
In Ubi la carta di credito costa zero euro all’anno, in Intesa 60 (salvo sconti o promozioni).
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Corriere Adriatico