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Allarme caminetto per costo e inquinamento: con l'inverno oramai alle porte gli italiani si preparano ad accendere termosifoni e utilizzare stufe e camini, andando incontro ad una inevitabile stangata determinata dal forte aumento dei prezzi di tutti i combustili usati per il riscaldamento domestico. Lo spiega il Codacons, che ha realizzato un'indagine per capire quanto costerà nei mesi invernali riscaldare un appartamento a seconda del tipo di impianto utilizzato.
«Riscaldamento fino a +175%»
L'andamento delle tariffe energetiche ha spinto sempre più famiglie, in Italia come in Europa, a ricorrere a fonti alternative al gas nel tentativo di risparmiare sulle bollette: non a caso gli ultimi dati registrati da AIEL vedono, solo nei primi 5 mesi del 2022, un aumento delle vendite di stufe del 28% rispetto allo stesso periodo del 2021. In Italia - secondo i dati diffusi dal Codacons - si contano oltre 8,3 milioni di stufe e caminetti, di cui il 24,2% a pellet e il restante 75,8% a legna. Un dato che inevitabilmente porta ad una maggiore domanda di pellet e legna da ardere, con effetti diretti sui prezzi al dettaglio di tali combustili, i cui listini risentono anche della guerra in Ucraina e delle minori importazioni dall'estero.
Il caro-energia
Non a caso l'indagine del Codacons rileva per il pellet prezzi in aumento del 175% rispetto allo scorso anno, con un sacchetto da 15 kg che passa da una media di 4,35 euro del 2021 agli attuali 12 euro.
Stufe e caminetti, la stangata
E proprio sul fronte di stufe e caminetti, Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) lancia oggi l'allarme inquinamento: «Stufe, camini, legna e pellet determinano una crescita dei livelli di inquinamento atmosferico, con danni sul fronte della qualità dell'aria anche all'interno delle case e ripercussioni sulla salute pubblica - spiega il presidente Alessandro Miani - Basti pensare che in Italia i camini aperti tradizionali rilasciano ogni anno 3.679 tonnellate di PM10 in atmosfera, 2.401 tonnellate quelli chiusi. Le stufe a legna, invece, immettono 2.651 tonnellate di PM10. Per ogni Giga Joule bruciato, un caminetto aperto rilascia nell'atmosfera 860 grammi di PM10; poco meno della metà una stufa a legna (480 grammi), mentre il caminetto chiuso ne emette 380 grammi. Una stufa a pellet rilascia in media 76 grammi di PM10 per ogni Giga Joule bruciato, numeri nettamente superiori al gasolio (5 grammi) e al metano (0,2 grammi). Il maggior ricorso a stufe e camini provocherà il prossimo inverno un proporzionale incremento delle polveri sottili immesse in atmosfera, con ripercussioni sia sull'inquinamento dell'aria indoor - anche attraverso l'emissione di Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), sostanze cancerogene che si liberano dalla combustione della legna nei camini aperti delle nostre case - sia su quella outdoor e, quindi, sulla salute pubblica, con effetti indiretti negativi sulla spesa sanitaria nazionale» - conclude Miani.
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