Doppi prezzi, l'Unione europea controlla Eurodisney e Venezia

Doppi prezzi, l'Unione europea controlla Eurodisney e Venezia
VENEZIA - Dopo Eurodisney, nel mirino della Commissione europea finisce anche Venezia. Ad accumunare il parco divertimenti e il capoluogo lagunare sono le lamentele giunte a...

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VENEZIA - Dopo Eurodisney, nel mirino della Commissione europea finisce anche Venezia. Ad accumunare il parco divertimenti e il capoluogo lagunare sono le lamentele giunte a Bruxelles sui prezzi diversi per cittadini e "foresti".


Nel caso di Disneyland Paris, Bruxelles ha chiesto alla Francia di indagare: il Financial Times ha sollevato il caso del Pacchetto Premium dove un visitatore francese paga 1.346 euro, mentre un inglese deve spenderne 1.870 e un tedesco 2.447. Le verifiche della Commissione Ue sono in corso anche per Venezia e riguardano le diverse tariffe per residenti e stranieri sull'accesso ai musei, ai bagni pubblici e al Wi-fi.



A fine giugno era andato in onda sull'emittente France 2 un duro servizio sulla disparità di costi "Venise: une double tarification qui choque les touristes", ovvero "Venezia: una doppia tariffazione choc per i turisti" che citava i biglietti del vaporetto, la connessione wi-fi e gli ingressi museali fino allo sconto nei locali se il cliente ha l'accento veneziano. Poco prima, a maggio, un turista belga aveva denunciato i "doppi prezzi" all'Unione Europea, definendoli discriminatori. «Venezia viola in maniera strutturata e sistematica i trattati europei» aveva denunciato l'uomo nell'esposto chiedendo all'Ue di intervenire sul caso.



Per il turista infatti, in laguna si violerebbero i trattati europei, firmati anche dall'Italia, sul diritto di mobilità di tutti i cittadini che appartengono all'Unione. Nel caso dei trasporti pubblici però, qualsiasi turista può pagare 1,3 euro a corsa, acquistando la tessera Venezia Unica anche se i visitatori che giungono in città perlopiù si indirizzano, o vengono indirizzati, sugli abbonamenti turistici. Se la Commissione Ue giudicasse illegittima le diverse tariffazioni potrebbe richiamare il Comune di Venezia e obbligarlo ad annullare la differenza tra residenti e turisti, pena la sanzione.



«Forse - sdrammatizza il sindaco Luigi Brugnaro - con il nome di Venezia tanta gente si fa pubblicità. Comunque, ogni occasione di critica sarà per la nostra amministrazione motivo di verifica e controllo al fine di migliorare i servizi che abbiamo il piacere di offrire ai nostri ospiti».



L'avvocato Alessio Vianello, che ha assistito numero imprese lagunari nella vertenza degli sgravi fiscali, spiega che: «Se un norma o un regolamento crea discriminazione tra cittadini aventi nazionalità diverse appartenenti agli Stati membri, è una norma illegittima e può essere disapplicata da un giudice». I pareri però si dividono, vi sarebbe infatti una sostanziale differenza tra attuare un atteggiamento "discriminatorio" privilegiando una nazionalità rispetto ad un'altra, dal prevedere alcune agevolazioni ai (sempre meno) residenti che devono combattere (sempre più) con un turismo soffocante che impedisce loro una vita normale. Senza contare che il cittadino ha già altri oneri a carico, come ad esempio la tassa sull'immondizia che comprende anche la sporcizia dei turisti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico