Pensioni, verso la rivoluzione: «Addio limite di età, ci si potrà andare dopo 41 anni di contributi»

Pensioni, verso la rivoluzione: «Addio limite di età, ci si potrà andare dopo 41 anni di contributi»
Pensioni, verso la rivoluzione: non si andrà più in pensione ad una determinata età, ma dopo 41 anni di lavoro. A parlarne è il sottosegretario...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Pensioni, verso la rivoluzione: non si andrà più in pensione ad una determinata età, ma dopo 41 anni di lavoro. A parlarne è il sottosegretario all'Economia Federico Freni, che in un'intervista al quotidiano Il Messaggero afferma che «Quota 41 è un metodo, non uno spot. Solo ragioni di costo hanno richiesto l'inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l'azzeramento progressivo del limite di età. Quindi si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall'età».

 

In pensione con 41 anni di contributi

«Purtroppo Opzione donna - ha detto ancora - non era sostenibile economicamente. Ma si tratta di una misura che intercetta un bisogno di tutela cui non possiamo e non vogliamo negare risposte. Vedremo di trovare una quadra migliorativa». Sempre in ambito di previdenza, Freni evidenzia che si è scelto «di supportare in modo deciso i redditi medio bassi, limitando la rivalutazione previdenziale solo a determinate fasce. È stata una scelta politica», ma «nei prossimi mesi l'andamento dell'inflazione sarà il parametro per le nostre scelte».

Quanto ai rilievi della Ragioneria alla manovra, «rispetto agli ultimi 5 anni - osserva il sottosegretario - quest'anno la nota è stata di gran lunga la meno dura: un solo stralcio e alcuni rilievi marginali. Ricordo anni, anche in tempi recentissimi, con oltre 60 rilievi e quasi 15 stralci. Ma è fisiologico che sia così: è giusto che vi sia sempre un controllo a valle che garantisca l'equilibrio contabile». 

 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico