ROMA - Si preannuncia una settimana calda sul fronte lavoro, con medici, commessi, statali in protesta contro contratti scaduti, assunzioni bloccate, mentre si devono affrontare...
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Insomma, come recita lo slogan dei dipendenti pubblici, che il 15 saranno davanti a Montecitorio, «non andiamo in vacanza», neppure a Natale. «Sotto l'albero», spiegano «non vogliamo regali, ma un contratto giusto». Il giorno dopo incroceranno le braccia per 24 ore i camici bianchi del servizio sanitario nazionale.
E si prevedono disagi anche per lo shopping natalizio, sabato 19, data fatidica per i regali, i lavoratori del commercio si fermeranno e con loro negozi, centri commerciali e supermercati. Tra i più arrabbiati ci sono i medici, che mercoledì faranno sentire tutta la loro rabbia, a scioperare infatti sono tutte le sigle della categoria.
Nel mirino le risorse del Fondo Sanitario Nazionale, considerate insufficienti, il rinnovo dei contratti, bloccati da sei anni, il piano dei vaccini, c'è preoccupazione per il suo finanziamento, ma anche provvedimenti come quello sull'appropriatezza. E non soddisfa i sindacati del settore la soluzione trovata per adeguarsi alle nuove regole sugli orari. L'emendamento alla legge di Stabilità per sbloccare il turnover da inizio anno. L'associazione dei medici ospedalieri ha definito la proposta come «l'ennesima beffa».
Molte delle motivazioni alla base della mobilitazione dei medici si incrociano con quelle del pubblico impiego tout court, che dopo la manifestazione del 28 novembre, si ritroverà a protestare martedì, davanti alla Camera dei deputati, in piazza Montecitorio. Un sit-in, proclamato unitariamente dai sindacati, per chiedere un aumento dei fondi per il rinnovo del contratto, il cui congelamento, che prosegue dal 2009, quest'estate è stato giudicato illegittimo da parte della Corte Costituzionale.
Anche il settore del commercio torna a protestare a poche settimane dall'ultimo sciopero.
Corriere Adriatico