Mercati, la carica “high yield” antidoto anti-crisi che batte l’azionario

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Uno dei motivi per cui di solito l’high yield statunitense arretra meno dell’S&P 500 durante le recessioni, per poi recuperare terreno più velocemente,...

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Uno dei motivi per cui di solito l’high yield statunitense arretra meno dell’S&P 500 durante le recessioni, per poi recuperare terreno più velocemente, è nel diritto contrattuale degli obbligazionisti al pagamento degli interessi e del capitale.

Ed è su questo che si può puntare ora per bilanciare un po’ l’investimento azionario in vista di una recessione più certa che probabile.

LA SORPRESA

 È una sorpresa per gli investitori scoprire che le obbligazioni high yield, ovvero la categoria obbligazionaria a più alto rendimento (ma anche a più alto rischio), tendono ampiamente a sovraperformare le azioni sia in entrata che in uscita dalle recessioni. Eppure è così. Basta guardare come si sono comportati gli indici nelle ultime quattro recessioni e nel periodo di 18 mesi successivo a ciascuna fase di frenata per trarre qualche importante conclusione. L’indice High Yield ha sovraperformato l’S&P 500 di oltre dieci punti percentuali all’anno, rispettivamente, durante e dopo le recessioni dei primi anni ’90, dell’inizio del 2000 e della fine del primo decennio del nuovo secolo. Unica eccezione è la recessione indotta dal Covid, durante la quale la risposta dell’amministrazione, del Congresso e della Fed è stata estremamente rapida. A spiegare tanta resilienza dell’high yield quando il Pil si ritira sono gli esperti di Brandywine Global. C’entra appunto il diritto contrattuale degli obbligazionisti al pagamento degli interessi e del capitale. In genere, i dirigenti delle imprese devono soddisfare questi obblighi di pagamento per preservare, oltre che per accrescere, il valore delle azioni della società. Anche se cash flow e asset possono essere utilizzati per rimborsare il capitale, la maggior parte delle obbligazioni high yield viene di fatto rifinanziata. E di norma le obbligazioni non vanno in default se possono essere rifinanziate, e le strade percorribili sono molteplici. Dunque succede così: con l’approssimarsi di una recessione, i rendimenti nel mercato high yield tendono ad aumentare, richiamando i capitali che consentono ai dirigenti di rifinanziare le loro obbligazioni. Oltre che sul mercato obbligazionario, i team manageriali possono rifinanziare i titoli high yield nei mercati del credito privato, dei leveraged loan, delle obbligazioni convertibili o dei titoli azionari. Al contrario, i prezzi delle azioni sono molto più sensibili alla crescita degli utili, messa a dura prova proprio nelle fasi recessive. «Gli investitori che desiderano proteggersi da un’imminente recessione», concludono dunque gli esperti, «devono considerare attentamente la possibilità di riallocare parte dell’esposizione azionaria nell’high yield». Anche perché, va detto, i bilanci sono in buona salute sia in Europa che negli Stati Uniti. Il rischio insolvenze è considerato limitato.

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Corriere Adriatico