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ANCONA - La pandemia ha letteralmente messo in ginocchio interi settori e filiere, asset fondamentali per le Marche e tra questi sicuramente le imprese del tessile, abbigliamento, calzature.
Serve, sottolinea Giuseppe Mazzarella presidente di Confartigianato Marche, un piano ampio di interventi che restituiscano slancio al comparto manifatturiero simbolo del made in Italy nel mondo, che ha subito i peggiori effetti della crisi da Covid-19.
I numeri parlano chiaro: nei primi dieci mesi del 2020 ha registrato una perdita di fatturato del 21,9%, oltre otto punti in più del calo del 13,4% della media del manifatturiero.
Sempre nei primi dieci mesi del 2020, a fronte di un calo delle vendite al dettaglio del 5,4%, sono crollate del 23% le vendite di abbigliamento, calzature e articoli in pelle.
Parliamo, ribadisce Giuseppe Mazzarella Presidente di Confartigianato Marche, di 56mila aziende in Italia con 464mila addetti, di cui il 67% sono micro e piccole imprese.
Si tratta di un settore ad alta vocazione artigiana, con 36mila imprese artigiane che danno lavoro a 157mila addetti, un terzo dell’occupazione del settore. Nelle Marche le micro e piccole imprese del comparto tessile, abbigliamento e calzature sono, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato, 4.356 con 25.536 addetti e di queste 3.231 sono artigiane ( più del 72% ) con 15.941 addetti.
Dati allarmanti anche quelli relativi allo stato di salute del settore legato al wedding e al mondo delle cerimonie. Il comparto ha registrato un fatturato praticamente azzerato e si trova a fare i conti con lo spettro delle chiusure.
Il Presidente di Confartigianato Marche Giuseppe Mazzarella ribadisce la necessità di sostegno per il rilancio di tutte le aziende del settore.
I mancati ricavi delle imprese italiane della moda tra gennaio e ottobre sono pari a 15,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di minori esportazioni. In pratica, un miliardo in meno al mese di made in Italy della moda venduto nel mondo.
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