ANCONA - Per l’equo compenso ora c’è anche una legge regionale. Un’ulteriore tutela per i liberi professionisti, affinchè venga garantito e...
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«L’introduzione dell’equo compenso, voluta in una prima fase dal legislatore nazionale limitatamente ad alcune categorie - sottolinea Mastrovincenzo - è stata poi estesa ad atri soggetti fino a contemplare nell’intervento complessivo anche i contratti stipulati con la pubblica amministrazione. Alla base di tutto, resta fermo l’impegno affinchè il lavoro, le competenze e l’equità ritornino ad essere centrali in tutte le strategie regionali d’intervento. Siamo particolarmente soddisfatti perché attraverso questo provvedimento le Marche si pongono tra le prime regioni italiane a legiferare in materia».
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Nel dettaglio, l’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa e la giunta regionale vengono chiamati ad adottare atti di indirizzo che garantiscano la promozione e valorizzazione delle attività professionali attraverso il riconoscimento del diritto ad un equo compenso. Gli stessi parametri dovranno essere utilizzati, quale criterio o base di riferimento, ai fini dell’individuazione dell’importo da porre a base di gara e nei contratti di incarico professionale non dovranno essere inserite clausole vessatorie. Entro il 31 marzo di ogni anno la giunta regionale dovrà sottoporre all’Assemblea legislativa una relazione che ricomprenda i risultati dell’attività di monitoraggio.
«La legge regionale sull'equo compenso - commenta il presidente di Confprofessioni Marche Gianni Giacobelli - è una norma che aspettiamo da tempo: nelle Marche ci sono oltre 30.000 professionisti, ordinistici e non, e certamente trarranno un forte giovamento dalla prossima entrata in vigore di questo provvedimento che consente di riequilibrare, in modo codificato, il rapporto tra qualità e giusta remunerazione della prestazione professionale». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico