Imu, cancellata la rata di dicembre Terreni in bilico caccia a 900 milioni

Fabrizio Saccomanni
Era il pilastro sul quale Silvio Berlusconi aveva costruito il suo sostegno al governo delle larghe intese. Proprio ora, a pochi giorni dal voto di decadenza che sancirà...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Era il pilastro sul quale Silvio Berlusconi aveva costruito il suo sostegno al governo delle larghe intese. Proprio ora, a pochi giorni dal voto di decadenza che sancirà l’uscita del Cavaliere dal Senato e quella della nuova Forza Italia dalla maggioranza, Enrico Letta e Fabrizio Saccomanni stanno per cancellare definitivamente l’Imu del 2012 sulle prime abitazioni. Il decreto è stato inserito all’ordine del giorno del consiglio dei ministri che si terrà questa mattina.




La rata di dicembre non si pagherà. Gli unici chiamati alla cassa saranno i proprietari di case di lusso, quelle accatastate alle categorie A1, A8, A9, ossia gli appartamenti signorili, le ville e i castelli. La cancellazione dell’Imu costerà 2 miliardi di euro. A pagare il conto saranno le banche e le assicurazioni, che vedranno gli acconti Ires e Irap salire fino al 120-125%. In pratica un prestito forzoso. Altri soldi arriveranno da un anticipo fiscale, sempre delle banche, sul risparmio amministrato. Se con queste misure non si dovesse incassare abbastanza, allora scatterà l’ennesima clausola di salvaguardia della quale sono ormai pieni i conti pubblici. Da gennaio, insomma, potrebbero di nuovo aumentare le accise su benzina e tabacchi.



LO SCAMBIO

Le banche, ovviamente, non sono felicissime di dover anticipare i soldi allo Stato per tagliare l’Imu. Ma avranno qualcosa in cambio. Oggi il consiglio dei ministri approverà anche un decreto per rivalutare il capitale della Banca d’Italia fino a 7 miliardi di euro. Le banche, che possiedono le quote dell’istituto centrale, potranno mettere a patrimonio questo maggior valore già nei bilanci del 2013. A fronte di questo, nel 2014 verseranno un’imposta di poco più di un miliardo nelle casse dello Stato.



Non tutti i nodi sono stati però sciolti. Da giorni Forza Italia sta sparando ad alzo zero contro il ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo, esponente di spicco dei governisti del Nuovo centro destra. Il pomo della discordia è l’annullamento della rata Imu anche per i terreni agricoli e per i fabbricati rurali. Servono 400 milioni di euro che il governo non ha. O almeno non ha tutti. La De Girolamo ha puntato i piedi e minacciato dimissioni se i fondi per gli agricoli non saranno trovati. Insieme agli altri ministri «alfaniani» avrebbe racimolato tra le pieghe dei bilanci circa 200 milioni. La metà della somma. Quanto basta, probabilmente, solo per un alleggerimento delle aliquote per gli agricoltori e non per una loro cancellazione. Il Nuovo centro destra non è l’unico a battere cassa. A bussare ci sono anche i Comuni, che chiedono una dote di 500 milioni di euro da destinare a quei Municipi che hanno aumentato le aliquote base dell’Imu prima casa (il rimborso del governo dovrebbe avvenire ad aliquota standard). Se Saccomanni volesse accontentare anche loro, il conto salirebbe complessivamente di 900 milioni.



IL REBUS IMPRESE


Difficile che i soldi possano a questo punto arrivare soltanto dal comparto bancario. Se i fondi da reperire dovessero lievitare, a pagare potrebbero essere chiamate anche le imprese. Il meccanismo potrebbe essere lo stesso delle banche, un prestito forzoso. Nel caso gli acconti salirebbero fino al 110%. Ma c’è la forte contrarietà di Confindustria che a differenza delle banche non incasserebbe nulla, probabilmente nemmeno sul versante del cuneo fiscale in Stabilità. Il decreto che sarà approvato dal governo, poi, prevede anche delle norme per accelerare il piano di dismissioni immobiliari dell’esecutivo, attualmente indicate nella legge di Stabilità in 500 milioni di euro l’anno. Si tratta del primo passo del piano per la riduzione del debito annunciato da Letta al quale dovrebbero far seguito le privatizzazioni delle società pubbliche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico