Troppi debiti? La casa è salva grazie alla legge "salva-suicidi"

Troppi debiti? La casa è salva grazie alla legge 'salva-suicidi'
Troppi debiti? La casa è salva, grazie ad una legge del 2012 che tutela contro il sovraindebitamento. Ad applicarla il...

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Troppi debiti? La casa è salva, grazie ad una legge del 2012 che tutela contro il sovraindebitamento.


Ad applicarla il Tribunale di Lodi, con l’ordinanza del 3 marzo 2017: “Valutata l’esposizione delle ragioni dell’incapacità del debitore di adempiere alle obbligazioni assunte, non possono, sotto pena di nullità, essere iniziate o proseguite azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori aventi titolo o causa anteriore”. Ne parla l'AdnKronos.

LA STORIA Un ex imprenditore nel 2007 era stato costretto a chiudere la propria azienda del settore Edile, accumulando un debito molto maggiore dei beni a sua disposizione, casa compresa. A fronte di tale drammatica situazione, il debitore è ricorso alla procedura di sovra-indebitamento chiedendo l’interruzione e la sospensione di tutte le procedure esecutive e cautelari in essere nei suoi confronti.

LA LEGGE La vigente normativa (L. n. 3 del 27.01.2012, Art. 6, comma 2, lettera a), ribattezzata 'legge salva-suicidi' o 'cancella debiti', definisce la crisi da sovra-indebitamento come "la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente”.

La legge non cancella il debito ma è un modo per far fronte ai debiti in modo coerente con le proprie risorse. Il consumatore può fare un accordo con i creditori (la proposta deve essere sottoscritta dai creditori che rappresentino almeno il 60% dei crediti), ricorrere al 'Piano del consumatore' (permette un certo margine di scelta su quali beni cedere) oppure liquidare il patrimonio. Si può accedere a questa procedura anche se si è soggetti a procedura concorsuali diverse, o se si è già fatto ricorso nei precedenti cinque anni al piano del consumatore o all'accordo con i creditori (condizioni che invece non permettono di accedere alle altre due procedure). Un liquidatore nominato dal Tribunale provvede a vendere tutti i beni e pagare, pro-quota, tutti i suoi debiti. In questo caso il debitore, perde tutti i suoi beni, ad eccezione di alcuni impignorabili. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico