Cala la disoccupazione nel secondo trimestre dell'anno: il tasso registrato dall'Istat è del 9,9% (-0,4 punti). A livello trimestrale è il dato più...
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Nel secondo trimestre il numero degli occupati cresce di 130 mila unità (+0,6%) rispetto al trimestre precedente, con l'aumento dei dipendenti permanenti (+97 mila, +0,7%) e quello «meno intenso» dei dipendenti a termine (+16 mila, +0,5%) e degli indipendenti (+17 mila, +0,3%). L'Istat segnala che prosegue ma «a ritmi meno sostenuti» anche la crescita rispetto allo stesso trimestre dell'anno scorso, con +78 mila occupati (+0,3%), dovuta ai dipendenti permanenti (+112 mila, +0,7%) a fronte del calo di quelli a termine (-15 mila, -0,5%) e indipendenti (-19 mila, -0,4%).
Nel secondo trimestre del 2019, dunque, «si registra un aumento dell'occupazione rispetto al trimestre precedente (+0,6%), in un contesto di calo della disoccupazione e dell'inattività. Con riferimento all'input di lavoro, nello stesso periodo, per le ore lavorate si osserva una lieve diminuzione su base congiunturale (-0,1%) e un rallentamento della crescita in termini tendenziali (+0,4%). Queste dinamiche del mercato del lavoro - afferma l' Istat - si inseriscono in una fase di sostanziale ristagno dell'attività economica confermata, nell'ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil».
Tornando ai dati, il tasso di occupazione sale al 59,1% (+0,3 punti), mentre il tasso di inattività rimane stabile al 34,3% in tre mesi. Gli occupati stimati dalla rilevazione sulle forze di lavoro dell' Istat risultano pari a 23 milioni 390 mila persone. Nel confronto rispetto al trimestre precedente, la crescita risulta più accentuata nel Mezzogiorno (+1,1%) rispetto al Nord e al Centro (+0,4% e +0,3%, rispettivamente). Per quanto riguarda invece i disoccupati, la stima scende a 2 milioni 545 mila persone.
Nel secondo trimestre dell'anno, il costo del lavoro cresce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente: è il risultato di un aumento delle retribuzioni pari a +0,1% su base congiunturale e +1,6% su base annua e degli oneri sociali, che crescono di più, pari a +0,3% su base congiunturale e +4,5% su base annua.
Nella ricerca di lavoro, seppure in lieve diminuzione, continua a prevalere l'uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (82,7%, -0,7 punti); seguono l'invio di curriculum (65,4%, -0,5 punti) e la ricerca tramite internet (55,6%, -2,0 punti). È quanto emerge dalla rilevazione Istat relativa al mercato del lavoro nel secondo trimestre dell'anno.
Corriere Adriatico