Tasse, il maxi sconto del governo alle imprese: ecco cosa riguardano

Renzi e Padoan
Maxi sconto per le imprese, nel 2016, verseranno 3,5 miliardi di euro di tasse in meno. Ad assicurarlo è l'Istat che nel rapporto Gli effetti dei provvedimenti fiscali...

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Maxi sconto per le imprese, nel 2016, verseranno 3,5 miliardi di euro di tasse in meno. Ad assicurarlo è l'Istat che nel rapporto Gli effetti dei provvedimenti fiscali sulle imprese prevede una riduzione dell'11% delle imposte societarie, tra Ires e Irap, grazie alle agevolazioni introdotte dalle ultime tre leggi di stabilità.


Si tratta dei provvedimenti sul taglio del costo del lavoro dall'Irap, sul maxi-ammortamento per i nuovi investimenti in beni strumentali e sul potenziamento dell'Ace, l'Aiuto alla crescita economica. Nel 2016 quindi si registrerà in tutto una riduzione delle imposte per circa il 40% delle imprese. Su cui la tassazione comunque, nonostante gli sgravi previsti, graverà per un terzo dei profitti: l'aliquota effettiva mediana si attesterà infatti al 31% nel 2016, registrando un lieve calo rispetto all'anno precedente che arrivava al 31,3%. Al contrario le aliquote effettive ai fini Ires aumenteranno dal 25,5% del 2014 al 26,6%.

Chi ne gioverà maggiormente? Il risparmio più forte riguarderà soprattutto le aziende più grandi, con un maggior numero di dipendenti. «Il taglio del costo del lavoro dell'Irap spiega il rapporto avvantaggia le imprese al crescere del numero degli occupati»: le riduzioni di imposta più elevate riguarderanno quindi le imprese tra 20 e 500 dipendenti. E proprio il mondo del lavoro si prepara a celebrare il 1 maggio. Ilrremier Renzi ha annunciato un Cipe straordinario, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, che stanzierà 2,5 miliardi di euro per la ricerca e un miliardo di euro per la cultura. «Il lavoro che verrà in Italia ha assicurato il presidente del consiglio - sarà creato anche e soprattutto dalla scommessa sul capitale umano: ricerca e cultura smettono di essere i settori da tagliare e diventano quelli su cui investire».


Ma un punto di svolta sarà anche il nuovo profilo che si sta disegnando per i ricercatori italiani: «Sino ad ora - ha detto il ministro dell'Istruzione Giannini - sono stati trattati come normali dipendenti pubblici, ma questo non funziona. Renderemo la figura del ricercatore libera di giocare con le stesse regole che hanno i ricercatori di altri paesi». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico