Dichiarazioni dei redditi, ecco le lettere ultima chance per 65.000 contribuenti

Dichiarazioni dei redditi, ecco le lettere ultima chance per 65.000 contribuenti
ROMA - È l’ultima chance per mettersi in regola autonomamente senza incorrere in multe salate e lunghi contenziosi con il fisco. ...

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ROMA - È l’ultima chance per mettersi in regola autonomamente senza incorrere in multe salate e lunghi contenziosi con il fisco.




Le Agenzie delle Entrate stanno letteralmente riempiendo le caselle di posta elettronica (o anche quelle classiche sotto il portone di casa, se non si è forniti di posta Pec) dei contribuenti italiani per avvertirli che qualcosa non va nella loro ultima dichiarazione dei redditi. Sono circa mezzo milione gli avvisi inviati nelle ultime settimane. I nuovi destinatari sono 65.000 contribuenti che hanno dimenticato di presentare la dichiarazione Iva per il 2014, o che l’hanno presentata con errori.



Niente panico: se gli 007 del fisco dovessero avere ragione, ci si potrà mettere in regola con il ravvedimento operoso (presentando quindi la dichiarazione dimenticata o quella correttiva entro fine anno) e pagando una mini-sanzione. Se invece il contribuente ritiene di essere già in regola potrà comunicarlo alle Entrate telefonando al numero 848.800.444.



AVVISI BONARI

Le lettere inviate dalle Entrate - spiega l'Agenzia in una nota- servono ad avvisare «in anticipo» i contribuenti, della mancanza o degli errori nella dichiarazione, in modo da permettere di «controllare ed eventualmente correggere la propria posizione», assicurandosi «le sanzioni ridotte previste dal ravvedimento operoso».



Le 65.000 lettere in partenza da oggi seguono a breve distanza i 220mila alert preventivi inviati dal Fisco ai contribuenti che, pur avendo più redditi da lavoro o da pensione così come risulta all’Agenzia in base ai dati raccolti per la «precompilata», non hanno presentato la dichiarazione. Anche in questo caso, lo scopo delle comunicazioni è permettere il ravvedimento spontaneo.



Ulteriori 190mila lettere sono state inviate per anomalie rispetto agli studi di settore e altre 20mila comunicazioni hanno come destinatari cittadini che non hanno dichiarato tutte le plusvalenze, professionisti che non hanno denunciato tutti i compensi certificati dai sostituti d'imposta, soggetti Iva con vendite dichiarate inferiori alle fatture comunicate al fisco dai clienti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico