Equitalia le chiede 500mila euro. Ma sulle cartelle la firma è falsa

Equitalia le chiede 500mila euro. Ma sulle cartelle la firma è falsa
VENEZIA - Equitalia le aveva chiesto 518mila euro per 45 cartelle esattoriali non pagate. Poi ha scoperto che la sua firma era stata falsificata e che qualcun altro aveva ricevuto...

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VENEZIA - Equitalia le aveva chiesto 518mila euro per 45 cartelle esattoriali non pagate. Poi ha scoperto che la sua firma era stata falsificata e che qualcun altro aveva ricevuto e siglato a suo nome le cartelle delle tasse. Lieto fine per la vicenda che ha visto protagonista un’ottantenne, ex titolare di una tabaccheria in centro storico, attività ceduta nel 1999. Nel 2015 la donna, mestrina, si era rivolta all'ufficio legale dell'Adico, l'associazione dei consumatori. Qualche settimana fa l'anziana si è incontrata con il direttore della sede mestrina di Equitalia assieme al legale dell'associazione e ha scoperto une verità sconcertante: in tutte le cartelle la sua firma era stata imitata se non addirittura sostituita da una sigla semplice e incomprensibile. Tutto ha inizio un anno fa quando la pensionata riceve in un'unica notifica la richiesta di pagamento di 518mila euro per le cartelle non onorate con la prima richiesta di pagamento che risaliva al 1988


«È emerso chiaramente come in nessuna delle 45 cartelle ci fosse la firma della signora - continua Garofolini - Anzi, erano state apportate delle firme palesemente artefatte, che la signora ha disconosciuto e che lo stesso direttore ha confermato essere false, o delle sigle incomprensibili. Insomma, la nostra iscritta non aveva mai visto nessuna di quelle cartelle, quindi non c'è stata alcuna negligenza da parte sua». Fortunatamente la maggior parte delle notifiche sono prescritte quindi il problema non si pone, anche se a suo tempo Equitalia aveva proposto una rateizzazione. «Cosa abbastanza assurda considerando la cifra richieste e l'età della intestataria delle cartelle - conclude l'Adico - Certo, però, che sarà necessario andare a fondo sulla questione e forse procedere con una querela di falso contro ignoti».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico