Equitalia, ecco quando la cartella è nulla e non va assolutamente pagata

Cartella di Equitalia
ROMA - È compito di Equitalia dimostrare la corretta notifica della cartella esattoriale e non del contribuente. L'unico mezzo per dimostrarne l'avvenuta...

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ROMA - È compito di Equitalia dimostrare la corretta notifica della cartella esattoriale e non del contribuente. L'unico mezzo per dimostrarne l'avvenuta consegna è esibire uno dei seguenti documenti: la relazione di notifica oppure l'originale della cartolina di ritorno della raccomandata a/r (l''avviso di ricevimento').


Al contrario, non hanno valenza di prova attestazioni come la stampa dell'estratto di ruolo, nel quale si indica che la cartella è stata notificata in una certa data, poiché priva di alcun valore certificatorio, oppure la schermata del tracking online della posta, che ritraccia l'iter della raccomandata, dalla spedizione alla consegna. A chiarirlo è la Cassazione con la sentenza n. 6887 dell'8 aprile 2016, secondo la quale provare in causa la regolarità della notifica di una cartella esattoriale spetta sempre ad Equitalia, anche se sono trascorsi più di cinque anni.

La legge, infatti, impone a Equitalia, come ad ogni altro agente di riscossione, di conservare solo cinque anni la matrice o la copia della cartella che certifica l'avvenuta notificazione o l'avviso di ricevimento della raccomandata, per poterli esibirli su richiesta del contribuente o dell'amministrazione (che ne può prendere visione solo entro tale periodo). Se però si interpreta questa norma alla lettera, passati i cinque anni Equitalia perde le tracce di tale documentazione.

Se il processo, come spesso avviene, supera il quinquennio, senza considerare la prescrizione passati i 10 anni e il contribuente si trova a sollevare l'eccezione di omessa notifica della cartella, l'esattore potrebbe trovarsi nella condizione di non riuscire a dimostrare il contrario. E il debitore vincere la causa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico