Fermo, disastroso effetto Coronavirus sul calzaturiero: «Appuntamenti saltati e ordini cancellati»

Fermo, disastroso effetto Coronavirus sul calzaturiero: «Appuntamenti saltati e ordini cancellati»
FERMO - «Mi scusi ma… le dispiacerebbe ripassare a fine marzo?». È quello che si è sentito dire un rappresentante di un’azienda di calzature...

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FERMO - «Mi scusi ma… le dispiacerebbe ripassare a fine marzo?». È quello che si è sentito dire un rappresentante di un’azienda di calzature di Montegranaro che da oltre un mese aveva un appuntamento fissato con un cliente ad Amburgo. E non è l’unica segnalazione. Sempre in Germania, ma in un’altra città e un altro cliente, stessa musica: «Prego, ripassi a fine marzo». Tra l’altro in questo secondo caso il rappresentante vive da anni in Germania ma non è gradito perché si presupponga possa esser tornato in Italia per prendere i campioni da presentare.


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Oltre agli ordini persi ci sono quelli annullati, anche last minute, perché, soprattutto in Italia, i consumatori preferiscono starsene a casa piuttosto che andare in giro a fare shopping. Lo scenario è completato da chi approfitta della situazione per posticipare i pagamenti. Il caos regna sovrano e le ripercussioni economiche dell’epidemia di Coronavirus sulla scarpa fermana sembrano solo all’inizio. E si teme un colpo durissimo, da ko anche per i meno traballanti. Lo sfogo di ieri di Valentino Fenni, presidente della sezione Calzatura all’interno di Confindustria Centro Adriatico, era stato dettato da casi concreti. «Il periodo per prendere gli ordini è questo e non tra due mesi. Non ci si rende conto dei danni che si stanno facendo al sistema» ha affermato Fenni .

La campagna vendite procede quasi esclusivamente online. I buyer stranieri non vengono in Italia e i venditori italiani non possono andare all’estero. Avevamo già scritto di come Milano, capitale italiana della moda, sia oggi una destinazione scartata dai buyer stranieri. Solitamente, nei giorni seguenti alla fashion week milanese, gli operatori del settore si trattenevano in città per intavolare delle trattative di acquisto e invece, in questa occasione, già prima della conclusione della kermesse c’è stata la fuga dei visitatori. Pochissimi, per non dire nessuno, sono stati quelli che sono entrati negli showroom per vedere le collezioni e passare gli ordini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico