ANCONA - Una tendenza che non cambia, ancora segno meno per gli artigiani. Dall’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, nella regione Marche nel corso del 2014 ci sono...
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Sono i comparti delle costruzioni e del manifatturiero a presentare maggiore difficoltà nella regione Marche: il primo con un tasso di sviluppo del -2,6%, il secondo del -1,4%. Meno intense le diminuzioni nei Servizi alle imprese con il -0,9%, andamento stazionario per i servizi alle persone. In tutti i macrosettori si registra comunque un miglioramento rispetto al 2013. Il più intenso nei Servizi alle persone (era -0,8%), seguono le Costruzioni (era -3,1%), i Servizi alle imprese (era -1,2%) e il Manifatturiero (-1,5%).
All’interno del comparto manifatturiero, dice il segretario di Confartigianato Marche Giorgio Cippitelli, il nostro studio ha messo in evidenza quei settori che, nonostante la selezione delle imprese ancora in corso, hanno registrato una più accentuata dinamica demografica di impresa, rappresentando, quindi, i drivers della crescita. L'analisi si è focalizzata sull'individuazione del tasso di sviluppo delle imprese nei settori maggiormente rilevanti dell'artigianato.
Nel corso del 2014 i settori rilevanti e trainanti dell’artigianato crescono dello 0,9%. Sono i comparti della produzione di software, consulenza informatica e attività connesse (+3,9%) e la Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature (+3,1%) che trainano la crescita. Apprezzabile la dinamica delle Attività di servizi per edifici e paesaggio (+2,4%) e delle altre attività professionali, scientifiche e tecniche (+2,3%).
Questi dati – dichiara Giorgio Cippitelli segretario di Confartigianato Marche – ci confermano che la crisi economica, i cui primi effetti si sono avuti nel 2008, ancora non è stata superata. Il forte aumento sia delle tasse sia del peso della burocrazia e la restrizione del credito sono tra le cause che hanno costretto (e stanno ancora costringendo) moltissimi artigiani a gettare la spugna. Ecco quindi che va fatto ogni sforzo per invertire questa tendenza. Servono provvedimenti concreti perché senza imprese non c’è né economia né lavoro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico