Condizionatori, dal primo maggio limite a 25° o arriva la multa. Ma chi farà i controlli?

Crisi energetica e necessità di risparmiare. Le sanzioni previste e il rebus delle verifiche

Condizionatori, tutte le novità da maggio: ipotesi limiti anche per le case private. Chi farà i controlli?
La guerra in Ucraina, la dipendenza dal gas russo e la crisi energetica. Questi i principali motivi che portano alle restrizioni sui condizionatori. Tra le prime misure...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

La guerra in Ucraina, la dipendenza dal gas russo e la crisi energetica. Questi i principali motivi che portano alle restrizioni sui condizionatori. Tra le prime misure adottate: lo stop a condizionatore selvaggio negli uffici pubblici. A stabilirlo un emendamento al decreto bollette. Dal primo maggio al 31 marzo 2023 la stretta del governo prevede nuove regole. Che al momento escludono ospedali e case di cura.

 

 

 

TERMOSIFONI E CONDIZIONATORI: LE NOVITÀ

 

Dal primo maggio scatta l'operazione termostato. Entra, infatti, nel vivo il piano del governo per tagliare i consumi di elettricità e di gas. L'obiettivo è quello di risparmiare 4 miliardi di metri cubi nel 2022. E si cercherà di raggiungerlo abbassando la temperatura negli edifici pubblici, in una prima fase, e riducendo l'uso dei condizionatori. Il tutto fino al 31 marzo 2023. 

 

Da chiarire, però, resta il nodo dei controlli nei singoli edifici e la possibilità di estendere le regole anche ai privati. Ecco tutto quello da sapere.

 

LE REGOLE

 

In commissione Ambiente e attività produttive è stato approvato un emendamento del M5S al decreto Energia che impone una stretta su termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni e delle scuole. La media ponderata delle temperature dell’aria degli edifici pubblici, misurate nei singoli ambienti di ciascuna unità immobiliare, non dovrà essere superiore ai 19 gradi centigradi in inverno e minore di 27 gradi in estate, con un margine comunque di tolleranza di due gradi.

 


La misura non viene al momento applicata a cliniche, ospedali e case di cura. «Si tratta - dice Angela Masi deputata 5 stelle che ha proposto l’emendamento - di un modo semplice per contribuire a diminuire il fabbisogno di gas. È giusto che la Pubblica Amministrazione dia il buon esempio, tagliando gli sprechi e sensibilizzando i cittadini a razionalizzare i consumi».

 

CONTROLLI DIFFICILI

 

Ma la domanda che da giorni attanaglia tutti è: chi controlla? Posto che in caso di violazione delle norme sono previste multe che vanno dai 500 ai 3 mila euro i controlli andrebbero fatti di immobile in immobile. Il che è complesso per la pubblica amministrazione e ancor di più se la misura dovesse essere estesa alle aziende e alle case degli italiani. Rispetto ai privati cittadini comunque abbassare di un grado le temperature in casa porterebbe già oggi a risparmi di circa il 7-8% sui consumi di gas.

 

ABITAZIONI PRIVATE

 

Ecco le regole in vigore al momento. Nelle abitazioni private non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno con fasce di accensione specifiche dei termosifoni in base alle sei zone in cui è divisa l’Italia. Si va dal 15 ottobre, a Milano e Bologna per esempio, fino al 1 dicembre a Palermo e Catania. Tanto che sono previste multe fino a 3 mila euro per chi non rispetta il calendario. Ma attualmente la stretta termosifoni e condizionatori non riguarda le abitazioni private.

 

I VANTAGGI

 

Tagliare i consumi aiuterebbe l’Italia a sganciarsi dal gas russo, ma solo in parte. Secondo alcuni dati Nomisma se si spengono del tutto i condizionatori delle famiglie si risparmiano fino a 10 miliardi di metri cubi mentre se si spengono i riscaldamenti se ne risparmiano 20. Ovviamente si parla di uno scenario estremo. Bisogna infatti tener conto del fatto che il grosso dell’energia oggi viene utilizzato da industria, servizi e trasporti. Sono questi i fronti per cui si parla di una necessità di razionamento dei consumi.

 

 

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico