JESI - L'incertezza sul futuro di Banca Marche e sui risvolti occupazionali del piano di risanamento che dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi, mette in agitazione i ...
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sindacati aziendali dell'istituto di credito marchigiano commissariato dal 2013. Con una lettera aperta indirizzata ai commissari straordinari e al direttore generale, Fisac Cgil, Fabi, Fiba Cisl, Uilca Uil e Dircredito denunciano che «nessun confronto, nessuna consultazione e nessuna informazione» è stata data ad oggi, e lamentano «una situazione di incertezza, con continui annunci e rinvii di »aspiranti« acquirenti di asset e/o della banca, laddove le politiche di gestione dei crediti, degli accantonamenti, delle azioni di recupero, sono decise e calate dall'alto».
I sindacati chiedono l'apertura di «un confronto corretto e leale, anche sui costi, a partire da quelli dell'attuale governance, del management e delle consulenze» come pure l'apertura del tavolo negoziale sul rinnovo del Contratto integrativo aziendale. «Non può essere impedito ai lavoratori - si legge in una nota - di conoscere e condividere passaggi cruciali che Banca Marche dovrà attraversare. Gli inviti frequenti e reiterati al massimo impegno sono stati più che accolti da tutto il personale, in primis da una rete commerciale ormai esausta nella quale si è sopportato e si sopporta di tutto pur di mantenere il rapporto fiduciario con l'utenza e la clientela a partire dagli irrealistici obiettivi mensili».
«In assenza di segnali che garantiscano il pieno rispetto dei patti e degli impegni assunti - concludono le organizzazioni sindacali - non escludiamo il ricorso a qualsiasi strumento di contrasto e di rivendicazione efficace a salvaguardia del posto di lavoro, dell'orgoglio e dell'impegno dei lavoratori che sono chiamate a rappresentare».
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Corriere Adriatico