ROMA E’ pronto il nuovo piano Alitalia da 400 milioni di euro. Incisivo e radicale come mai in passato, con al centro un sostanzioso taglio dei costi, a cominciare dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Troppi, come ammesso dallo stesso presidente dimissionario Roberto Colaninno, gli errori di strategia compiuti in passato e pagati a caro prezzo visto che Alitalia ha rischiato il fallimento e ancora oggi, in attesa dell’aumento di capitale da 300 milioni, è tutt’altro che salva. La nuova liquidità sborsata dai soci, in assenza di una svolta radicale, è infatti destinata a consumarsi nel giro di pochi mesi.
SACRIFICI PER TUTTI
Il cuore del piano, a cui ha lavorato anche nel week end l’ad Gabriele Del Torchio, con l’ausilio di Boston Consulting e di Massimo Sarmi delle Poste, è focalizzato sui tagli. Nel mirino non ci sono solo gli stipendi di hostess e piloti (quelli di British costano in media un 20% in meno rispetto a quelli di Alitalia). Ma tutta la struttura centrale, dal marketing in giù, dovrà accettare una sforbiciata a benefit ed emolumenti, manager compresi. Complessivamente i tagli dovrebbero arrivare fino a quota 4.000, compresi quasi tutti i contratti a termine.
Ovviamente spetterà agli azionisti calibrare le cifre dopo il confronto con i sindacati. Per attenuare l’impatto è previsto l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. Su questo il governo ha già fatto capire di essere disponibile.
Su impulso di Boston Consulting, che ha studiato a fondo il tema, saranno poi rinegoziati molti dei contratti siglati (manutenzione, forniture, leasing) che incidono sui costi «in maniera abnorme». Accanto al taglio di una decina di aerei, considerati non necessari, c’è poi la riorganizzazione delle rotte con una focalizzazione su quelle intercontinentali e internazionali, prevedendo una rivoluzione nella configurazione degli aerei.
Del Torchio ha infatti scoperto che su molte tratte gli utili arrivano prevalentemente dalla classe economy, mentre business e classica sono spesso in perdita secca o quasi. Più logico quindi ripensare la strategia commerciale, ottimizzando, le frequenze di alcuni voli allo scopo di poter viaggiare sempre con il massimo dei passeggeri. L’obiettivo finale è dunque quello di far reggere la compagnia sulle proprie gambe, a prescindere della scelta del partner industriale che verrà. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico