#noistiamoconilpastore Raccolta di firme per Pasquale

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USSITA - Una petizione, che ha già raccolto una cinquantina di firme, per difendere Pasquale Marziali, il pastrore finito nel mirino di Striscia la notizia. Ecco il testo che ci è stato inviato


"Di fronte alla terza incursione di “Striscia la notizia” nell’allevamento del pastore Pasquale Marziali e in seguito alle accuse di violenza sugli animali, che a oggi risultano infondate - è scritto nel testo -, è giunto il momento di fare chiarezza e spiegare anche da un altro punto di vista cosa è successo a Casali di Ussita.



"Le immagini mandate in onda dalla trasmissione televisiva lo scorso 16 aprile, riprese da alcune testate giornalistiche - prosegue la nota -, raccontano in modo peraltro capzioso soltanto una parte di verità: quella di Marziali che insegue Stoppa con un bastone e lancia un sasso contro la troupe. Cominciamo dalla prima precisazione: la reazione esagitata è la conseguenza di due ore di pressioni insistenti e di ripetute insinuazioni da parte dell'intervistatore. A chi farebbe piacere arrivare a casa propria (in quella che è una proprietà privata) e trovare al suo interno degli estranei, entrati senza permesso, che continuano a ripetere in maniera ossessiva che il padrone di casa è un violento? Tanto più se dai numerosi esami condotti periodicamente da Azienda sanitaria, Guardia Forestale, Arma dei Carabinieri non risultano esserci stati maltrattamenti sulle pecore e i cani ospitati all'interno della stalla: lo stesso processo intentato nei confronti del Marziali per questo reato si sta chiudendo con l'assoluzione dell'allevatore.



"A questo si aggiunga - dice ancora il testo - che la troupe di Striscia la notizia, entrando di soppiatto nella stalla, ha messo a repentaglio la salute stessa degli animali, come peraltro era già successo nel 2010: gli “indignati da tastiera” lo hanno dimenticato, ma quando allora Striscia entrò per la prima volta nell'ovile, con tanto di applausi su internet per il blitz improvvisato, per lo spavento gli animali iniziarono ad ammassarsi l'uno contro l'altro e il risultato fu che numerose pecore incinta persero gli agnelli che portavano in grembo.



"Un danno - secondo i firmatari - per gli animali, costretti a un'inutile ed evitabile sofferenza, e per il pastore, che con l'allevamento degli animali sopravvive. La scena si è ripetuta quest'ultima volta, grazie alla bravata di Stoppa e dalla sua troupe e alla smania di sparare il mostro in prima tv senza curarsi delle conseguenze.



"A oggi le accuse di maltrattamento di animali di cui tanti parlano sul web con titoli sensazionalistici devono ancora essere dimostrate: del resto i numerosi verbali e documenti emessi da Comune di Ussita, autorità sanitarie, Guardia forestale, Carabinieri accertano che l'unica violazione commessa da Marziali riguarda il numero di cani, superiore a quello concesso, e il fatto che alcuni di questi cani circolino in maniera libera per il paese.



"Del resto, nel primo dei controlli effettuati all'indomani del primo blitz di Striscia la notizia, erano sì emerse alcune situazioni non a norma, dovute non al presunto sadismo del cattivo pastore quanto a una mancata conoscenza delle norme relative a tipo di catena, lunghezza, etc. Le situazioni non a norma sono state tutte messe a posto, contrariamente a quanto denunciato da alcuni manifesti (in cui sono riprodotte, in maniera volutamente mendace, fotografie del 2010, e verso cui sarà sporta regolare denuncia) in cui si insinua che tutto è rimasto come prima.



"Viene da domandarsi perché vengano ancora pubblicate immagini relative al 2010, spacciandole come attuali e dicendo che nulla è cambiato. Su quali basi vengono fatte tali affermazioni, e soprattutto qual è l'obiettivo che si vuole raggiungere (e quali sono gli interessi dietro a tutta questa vicenda)?



"Siamo addirittura arrivati a un paradosso: di fronte a documenti certificati, che attestano in maniera ufficiale la condizione degli animali (che non risultano ammalati o maltrattati come invece qualcuno denuncia), alcune associazioni animaliste continuano ad affermare che si tratti di documenti falsi, lamentando una presunta corruzione dello stesso Marziali nei confronti delle autorità: su quale base vengono fatte tali affermazioni, molto gravi e verso le quali si è intenzionati a procedere per vie legali?



"È ora che chi continua a insultare ripetutamente il pastore, pensando che internet sia una sorta di Far west dove non esistono regole, si assuma le conseguenze di quanto scrive.



"A queste persone andrebbe ricordato che sul web vigono le stesse leggi che regolano lo Stato italiano e che la diffamazione è un reato anche su facebook, e in quanto tale punibile.



"Infine vorremmo fare alcune brevi precisazioni rispetto alle imprecisioni che sono state comunicate sia da Striscia la notizia sia dai giornali.



"Prima di tutto: nel video si dice che non sono stati fatti interventi strutturali di miglioramento delle stalle. Questo è avvenuto perché una delle due stalle in cui sono chiuse le pecore di Marziali non è di proprietà del pastore ma comunale. Questo spiega anche perché, quando arrivarono per la prima volta le telecamere di Striscia, le pecore erano racchiuse in uno spazio ristretto: non per gratuito sadismo del pastore ma perché metà stalla era stata concessa dal comune a un'altra persona che vi aveva stoccato numerosi rotoli di fieno e a un’altra persona che vi aveva temporaneamente rinchiuso alcuni cavalli.



"Vorremmo poi chiedere al signor Stoppa perché non ha fatto firmare a Marziali la dovuta liberatoria che autorizzava la messa in onda dell'intervista a volto scoperto.



"Basta con le gogne mediatiche - termina la petizione -, soprattutto quando esiste una verità ufficiale certificata dalle autorità competenti. Soprattutto basta con la tv spettacolo che se ne infischia delle conseguenze gravi che certe illazioni provocano nella vita delle persone che sbatte in prima serata, solo per fare audience".



#noistiamoconilpastore

(seguono più di 50 firme)
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Corriere Adriatico