ROMA - In principio era la molecola UK-92480. I ricercatori, nei primi anni Ottanta, la studiavano per fronteggiare i problemi cardiovascolari legati all’ipertensione e...
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Da qui il cambio di direzione. Dalla cura contro l’angina a passi rapidi verso la pillola blu, il Viagra. Nel giro di pochi anni trial clinici, volontari, ricerche. Così che nel giugno del 1998 è arrivato anche in Italia. Tra una ventina di giorni, il 22 giugno, il suo brevetto (citrato di sildenafil è il nome del principio attivo) scadrà e il farmaco diventerà un generico. Questo vorrà dire che il suo prezzo sarà molto più basso, che la sua azienda produttrice, la Pfizer, non avrà più il monopolio perché lo potranno produrre secondo la ricetta base diverse industrie. Rimarrà uguale la procedura: prescrizione medica e cautele per i pazienti che hanno problemi cardiologici.
Un secondo capitolo della rivoluzione-Viagra che ha portato a parlare in pubblico di disfuzione erettile, ha fatto accusare la pillola blu di essere la distruttrice di matrimoni tra coniugi anziani, ha alleviato il dolore di quei Bell’Antonio che Brancati aveva disegnato in epoca pre-viagrano.
E ora qualsiasi casa farmaceutica potrà produrre una pillola dell’amore low cost. Avvicinando ad uno scrigno dorato che in cifre vuol dire, nel mondo, 6 pasticche consumate al secondo, quasi tre miliardi di pillole mandate giù dal ’98 ad oggi, 41,4 milioni di uomini si sono affidati all’aiuto del sildenafil. L’Italia, dopo l’Inghilterra, è il secondo paese in Europa per i consumi con 60 milioni di compresse in dieci anni. Un record che, nella vita amorosa di tutti i giorni, significa un media 4.300 pillole blu ogni mille uomini oltre i 40 anni. Il Lazio, la regione portabandiera. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico