VENEZIA - Due funzionari della Provincia di Venezia e cinque imprenditori sono stati arrestati stamane dalla Guardia di finanza nell'ambito di un'inchiesta sull'irregolare...
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I due funzionari della Provincia di Venezia arrestati sono l'ingegner Claudio Carlon (dirigente del Settore edilizia) e il geometra Domenico Ragno (alle dirette dipendenze di Carlon, capo della zona nord e responsabile delle istruttorie dell'ente locale). I due devono rispondere delle ipotesi di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e falso ideologico. Gli altri cinque ordini di custodia cautelare hanno interessato altrettanti imprenditori veneziani, per le stesse ipotesi di reato: Rino Spolador della RG Impianti srl di Salzano, Remo Pavan della Tecnoconsult srl di Santa Maria di Sala, Dario Guerrieri, Giuseppe Barison e Silvano Benetazzo della Benetazzo Group srl di Campolongo Maggiore.
Dopo oltre due anni di indagini, coordinate dal pm della Dda Stefano Ancilotto, la Guardia di finanza di Venezia avrebbe portato alla luce - secondo quanto si è appreso - un collaudato e consolidato sistema di irregolare aggiudicazione e gestione di lavori pubblici attuato dai due funzionari. Secondo quanto accertato dalla finanza, i funzionari avrebbero pilotato una serie di lavori pubblici sul territorio provinciale pretendendo dalle imprese aggiudicatarie degli appalti delle mazzette o lavori di vario genere nelle proprie abitazioni. Ai due arrestati sono stati posti sotto sequestro immobili per un valore di un milione e mezzo di euro.
Nell'inchiesta sono indagate complessivamente 32 persone. Gli imprenditori locali destinatari delle ordinanze di custodia cautelare operano nei settori elettrico ed idraulico, dell'edilizia, dell'impiantistica e dell'arredamento.
La cricca degli appalti con tangenti che gravitava attorno al settore Edilizia del Provincia di Venezia, secondo le accuse della Procura, era ben organizzata e lavorava da anni con "disinvoltura". Il quadro lo ha tratteggiato la Guardia di finanza di Venezia che nel corso delle indagini ha raccolto materiale cartaceo e intercettazioni che lascerebbero pochi dubbi sul sistema di corruzione, ma danno «un'immagine disgustosa - è stato detto - di come veniva trattata la cosa pubblica». Lavori fatti due volte, la prima per finta, per intascare denaro e far lavorare gli amici degli amici. Opere relative a scuole, caserme dei carabinieri, della polizia e dei vigili del fuoco. In un caso sarebbero stati fatturati 100 mila euro per acquistare ed installare due canestri da basket in una scuola, in realtà già usati e montati dagli stessi insegnanti dell'istituto.
Alle cene, dove venivano decisi gli appalti (gara al ribasso pre-confezionata e ruolo delle singole imprese) venivano consegnati i soldi delle mazzette, ma pare partecipassero anche delle escort. Si è scoperto che una cittadina romena era stata assunta fittiziamente da un'impresa della "cricca" per compiacere ad un funzionario. Una volta venute allo scoperto le irregolarità e le complicità, i funzionari della Provincia hanno tentato di distruggere parte delle carte, ma i finanzieri le hanno recuperate da un cassonetto delle immondizie, ricostruendo uno per uno i fogli finiti nel maceratore. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico