REGGIO EMILIA - Faceva prostituire la figlia 14enne con un imprenditore della zona per risolvere i suoi problemi economici, poi...
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14enne con un imprenditore della zona per risolvere i suoi problemi economici, poi il giro di clienti si era allargato, arrivando a comprendere almeno una quindicina di uomini di diversa età, anche oltre i 50 anni. Alla fine, però, le voci su questo vicenda si sono diffusa nella comunità e i carabinieri hanno bloccato il giro di prostituzione. Gli uomini dell'Arma hanno denunciato all'autorità giudiziaria sia la mamma sia gli uomini che, stando alle indagini, avevano avuto rapporti sessuali a pagamento con la minorenne.
La vicenda, accaduta nel Reggiano, ancora deve essere chiarita nei dettagli: gli inquirenti, infatti, devono definire i contorni delle responsabilità e circoscrivere le dimensioni della clientela. La giovane vittima in una prima fase aveva negato i fatti, difendendo la madre. Poi però, supportata con delicatezza e discrezione da psicologi e assistenti sociali, la ragazza ha compreso il vero significato di quanto accaduto e ha ricostruito la vicenda agli inquirenti.
Il calvario della ragazzina è cominciato quando un imprenditore ha proposto alla madre di risolvere i suoi problemi economici in cambio di rapporti sessuali con la figlia. La vicenda si è poi sviluppata per oltre un anno: la mamma si è trasformata in organizzatrice degli incontri, con la clientela che è andata via via aumentando attraverso il passaparola. Il tutto fino a quando le voci sul caso sono arrivate ai servizi sociali del comune di residenza e ai carabinieri, che hanno stroncato il giro di prostituzione.
Ora la ragazza è stata allontanata dalla madre, che ha perso la patria potestà, e sta facendo un percorso di reinserimento in una struttura protetta. Intanto, sul fronte politico, la Lega Nord ha presentato un'interrogazione nel Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna per chiedere quali azioni possa mettere in campo il Garante per l'infanzia, «per la maggior tutela e prevenzione dei casi di prostituzione minorile sul territorio regionale».
Solo negli ultimi sei mesi i servizi sociali integrati dell'Unione dei comuni dove è avvenuto il fatto, hanno registrato sei casi di bambini, per la maggior parte femmine, costretti a subire abusi sessuali. A questi si aggiungono altrettanti episodi di maltrattamenti fisici, un fenomeno che invece riguarda soprattutto i maschi.
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Corriere Adriatico