Rai, un solo canale pubblico La proposta della Leopolda

Rai, un solo canale pubblico La proposta della Leopolda
ROMA - Bruno Vespa si propone come azionista di una Rai privatizzata al 49%. Lucia Annunzia dice che 3 canali sono troppi, basta una rete di sola informazione, il resto può...

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ROMA - Bruno Vespa si propone come azionista di una Rai privatizzata al 49%. Lucia Annunzia dice che 3 canali sono troppi, basta una rete di sola informazione, il resto può andare sul web. Vittorio Sgarbi, da ieri assessore alla Rivoluzione al comune di Urbino, pensa a un Grande fratello «fatto di persone che abbiano un pensiero». Per Paola Cortellesi «è arrivato il momento di tirare fuori l’argenteria». Lo scrittore Francesco Piccolo si accontenterebbe invece di mandare via «chi lavora in tv ma non la ama».




É la formula parla e fuggi della Leopolda sbarcata in via Teulada senza bisogno di essere riveduta e corretta. Stessa scenografia collaudata dei raduni renziani. Tre minuti ad intervento. É la Rai al tempi dei tagli, (anche verbali): un contenitore da svuotare in fretta perché possa riempirsi di nuove idee.



Era questo il senso che Luigi Di Siervo, renziano di ferro, presidente dell’Adrai, il sindacato interno dei dirigenti, voleva dare all’incontro, organizzato ieri nello studio Tv2 di via Teulada: «Valutare un modello di governance per l’azienda». Una giornata ad ascoltare le proposte di scrittori, giornalisti e addetti ai lavori. «Se si va verso un solo canale pubblico pagato con il canone e di altri 2 finanziati con la pubblicità, io sono d’accordo», si è schierata Luisa Todini, consigliere del cda, parlandone a margine. É un’idea che si sta facendo strada.



AMARCORD

Il rischio che si scadesse nell’amarcord era dietro l’angolo. Ma qui c’è da parlare soprattutto del futuro del servizio pubblico, del che fare insomma. La presidente Tarantola, in prima fila, ha preferito ascoltare.



Il dg Luigi Gubitosi ha chiuso gli interventi negando che dietro l’inedita Leopolda, trasmessa anche in straeming, ci fosse la solita longa manus. «Questo incontro - ha spiegato il dg - è stato organizzato da un gruppo di dirigenti che conoscono la tv e la radio. Ne sono contento perché spesso sento parlare di un misterioso partito Rai come di un’entita resistente al cambiamento». Ad aprile scadrà il mandato. Gubitosi andrà via. E il digitale ha detto il dg «consentirà il superamento delle testate, la divisione in Tg1,Tg2, Tg3».



BUFERA SU FICO


Che la Rai non si cambia in un giorno si sapeva. E anche che l’attitudine a salire sul carro del vincitore fosse una specialità della casa. Nulla di strano dunque che via Teulanda ieri sia stata meta del solito pellegrinaggio. Esserci o non esserci fa la differenza. Ma stavolta di politici se ne sono visti pochi. Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza non si è fatto vedere ma ha sparato a zero: vuol chiudere Porta a Porta e abolire la Vigilanza. Cioè se stesso. Bufera. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico