ROMA - Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza innovativa, condannando a 4 mesi di reclusione, una prostituta nigeriana che con sms minatori aveva richiesto a un cliente i 100...
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Tuttavia, «secondo l'orientamento consolidato» il «rifiuto del cliente» a pagare «è un atto consentito poichè nessuna forma di tutela è prevista per ottenere detto compenso non essendo riconosciuto il diritto di pretenderne il pagamento». Il Tribunale di Roma riconosce, invece, questo diritto alla prostituta, dopo una lunga analisi sul fenomeno della prostituzione in Europa e in Italia e sul concetto di buon costume.
E arriva a sancire che «il profitto della prostituta è giusto (da qui la 'cancellazione' del reato di estorsione che richiede un profitto ingiusto, ndr)», anche perchè, nel caso concreto, la donna nigeriana «giovanissima, che non conosce una parola di italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta e di sfruttamento (...) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che, si serve in modo arrogante proprio di questa posizione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico