ROMA Nel Pd dilaniato di queste ore, mentre si ragiona di direttori post-bersaniani e di congresso prossimo venturo, comincia a fare capolino pure l’idea che si potrebbero...
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GIOVANI TURCHI
Infatti, mentre i giovani turchi daranno battaglia, dentro il Pd, per non sposare in modo acritico il governissimo e alcuni paventano persino divisioni sul voto di fiducia se il Pd volesse appoggiarne uno politico e mettervi dentro un premier o dei ministri, per Renzi il faro, lo ha ribadito anche nelle ultime ore, è Napolitano; Enrico Letta «un caro amico». Ma attenzione - manda messaggi il sindaco - a palazzo Chigi vanno bene Letta, Amato o anche un tecnico, ma a una precisa condizione: sia un esecutivo a termine. E si racconta che uno dei suoi fedelissimi, Graziano Delrio, potrebbe addirittura entrarvi con un dicastero di peso. Insomma, Renzi oggi si sente un vincitore e dorme tra sette guanciali mentre i suoi sono decisamente più interessati alle dinamiche presenti dentro i gruppi parlamentari che a quelle di partito. Né a Renzi né ai renziani, del resto, questo Pd scalda i cuori. Nel tutti-contro-tutti di queste ore, sono almeno tre e tutte senza risposte (ufficiali), le domande.
Chi salirà al Colle, per le consultazioni? I due capigruppo di Camera e Senato, Luigi Zanda e Roberto Speranza, è sicuro, più il vicesegretario, Enrico Letta. E’ dimissionario, come l’intera segreteria, ma la sua fonte di legittimazione viene dall’Assemblea nazionale. Quando si terrà la Direzione e cosa ne verrà fuori? Domani, molto probabilmente, cioè poco prima del turno di consultazioni del Pd. Lì verrà definito il mandato con cui andare al Colle, ma non è scontato che si traduca in un tutto quello che va bene a Napolitano.
Sul lato partito (per Renzi «il Pd è da ricostruire»), altamente probabile un direttorio che affianchi Letta formato da big vecchi e nuovi: D’Alema, Veltroni, Marini, Fioroni, Franceschini, Bindi, più un renziano di peso (Gentiloni) e un Giovane turco (Orlando?). Nelle mani del Direttorio verrà dunque affidata la tenuta del partito in questa difficile fase, tra governissimo e avvio delle procedure per il nuovo congresso. In mezzo, a ratificare il tutto, anche un’Assemblea nazionale che potrebbe essere convocata presto, entro dieci giorni. Per fare un congresso straordinario (quello ordinario è previsto per ottobre) servono però almeno due mesi: ecco, dunque, che l’ipotesi di tenerlo prima dell’estate è difficile.
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Corriere Adriatico