«Mia figlia è malata», truffa in tv Madre agli arresti domiciliari

«Mia figlia è malata», truffa in tv Madre agli arresti domiciliari
ROMA - Per anni, in tutta Italia, sono stati raccolti fondi per curare la piccola Adelaide Ciotola, affetta dalla sindrome del lobo medio. Una malattia rara, diceva la madre Luisa...

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ROMA - Per anni, in tutta Italia, sono stati raccolti fondi per curare la piccola Adelaide Ciotola, affetta dalla sindrome del lobo medio. Una malattia rara, diceva la madre Luisa Pollaro, che colpisce i polmoni.




Di appelli alla solidarietà la donna ne aveva fatti diversi riuscendo a commuovere il mondo intero e a raggranellare ben 170 mila euro attraverso varie associazioni, la scrittura di un libro a firma della figlia, una partita di calcio e tante altre iniziative. Una industria del falso, messa in piedi ad arte, in base alle indagini condotte prima dalla procura di Genova e poi per competenza da quella napoletana, maturate ieri con gli arresti domiciliari di Pollaro.



Gravi le accuse: truffa aggravata ai danni dello Stato e privati, falso ideologico per induzione di pubblico ufficiale e falso materiale. In sostanza le cartelle cliniche sarebbero state falsificate a scopo di lucro. La donna si difende. In uno sfogo con il proprio difensore Sergio Pisani, sostiene «di essersi sempre battuta, ad ogni costo e con ogni mezzo, per cercare di approfondire la patologia della figlia». Solo questo nulla di più.



L’arresto, Luisa Pollaro, non se l’aspettava proprio anche se da tempo era iscritta nel registro degli indagati. Coinvolti nella vicenda anche il padre della piccola Vincenzo Ciotola e Gianluca Scelzo, amico dei genitori. La donna, hanno ricostruito gli investigatori, falsificando alcuni documenti dell’istituto Gaslini di Genova, dove Adelaide era stata ricoverata per disturbi non particolarmente gravi, aveva fatto risultare che la piccola era invece affetta dalla rara patologia e che doveva essere operata a Houston.



La donna oltre ad avere ottenuto il riconoscimento dell’invalidità al 100%, grazie alla partecipazione di numerosi trasmissioni televisive è riuscita - si legge in una nota a forma del procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli - a trarre in inganno un’ampia fascia di persone, delle più disparate condizioni sociali, che, animate da un sentimento di umanità e solidarietà nei riguardi della famiglia Ciotola, sono stati fraudolentemente indotti ad elargire ingenti somme calcolate in centinaia di migliaia di euro.



Nei mesi scorsi la procura aveva disposto anche il sequestro delle copie in giacenza del libro
in cui la bambina, sotto forma di diario, raccontava la sua inesistente malattia e l’attesa dell’intervento chirurgico.



La macchina della solidarietà contava solo su Facebook più di 11mila amici
della piccola Adelaide, tutti pronti a mettere mano al portafoglio per consentire l’intervento. Possibile che sia tutto inventato? La diagnosi della malattia risale a diversi anni fa. A parlare della sindrome del Lobo medio sarebbero stati i medici del Santobono. Adelaide avrebbe avuto comunque dei problemi di salute. Ed è stata in diversi nosocomi, a Roma e a Firenze, a Genova ed anche in altre città.



Difficile dire cosa succederà ora alla piccola. Da tempo Adelaide viene seguita dagli assistenti sociali. Le accuse mosse dalla procura alla Pollaro non sono di poco conto. I coniugi Ciotola (sarebbero separati) sono disoccupati. La donna, agli arresti domiciliari, non lavora da anni. Il marito, fino a poco tempo fa lavorava in una società privata per la raccolta dell’immondizia.



La procura di Genova ha sequestrato i fondi raccolti. Solo una piccola parte sarebbe rimasta nella disponibilità della coppia. Ma anche questo è tutto da verificare.



e. r. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico