Test truccati a Medicina 57 condanne e 16 assoluzioni

Test truccati a Medicina 57 condanne e 16 assoluzioni
BARI - Cinquantasette condanne per i test truccati per l'ammissione alla facoltà di Medicina. Dopo più di 12 ore di...

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BARI - Cinquantasette condanne per i test truccati per l'ammissione alla facoltà di Medicina.




Dopo più di 12 ore di camera di consiglio la prima sezione del Tribunale di Bari (presidente Pietro Silvestri) ha condannato 57 imputati a pene comprese fra 1 anno e 6 mesi di reclusione e 2 mesi di reclusione (per tutti pena sospesa) e ne ha assolti 16 al termine del processo sui presunti test d'ingresso truccati nel 2007 alle facoltà a numero chiuso di Medicina e Odontoiatria delle Università di Bari e Ancona.



Le condanne più elevate, a 1 anno e sei mesi di reclusione, sono state inflitte nei confronti del ginecologo Giuseppe Varcaccio e del professor Maurizio Procaccini, direttore della cattedra di odontoiatria di Ancona, accusati, insieme con il tecnico informatico Francesco Avellis e con Emanuele Valenzano, padre di uno dei candidati (per loro condanne rispettivamente a 7 mesi e 9 mesi di reclusione), di aver allestito per i test del 4 e 5 settembre 2007 due centrali operative da cui partivano via Sms le risposte ai quesiti ministeriali.



Gli altri 51 imputati, tra studenti, genitori, fratelli, cugini e zii dei candidati, sono stati condannati dal Tribunale a pene comprese fra 1 anno e 2 mesi di reclusione. Presenti alla lettura del dispositivo a tarda ora i difensori degli imputati e delle parti civili e il Pm Ettore Cardinali.



Stando alle indagini della magistratura barese i genitori sarebbero stati direttamente coinvolti nella presunta truffa in qualità di intermediari con le centrali operative. Nell'ambito di questa vicenda il 70enne Marcantonio Pollice, biologo ed ex docente di liceo in pensione, suo figlio odontoiatra, Giulio, e sua moglie Paola Favaretto sono stati nei mesi scorsi assolti con rito abbreviato dal reato di associazione per delinquere dopo aver patteggiato pene fra 20 mesi e 14 mesi di reclusione.



Anche nel processo che si è concluso ieri l'unico imputato accusato di associazione per delinquere, il professor Procaccini, è stato assolto da questo reato «perchè il fatto non sussiste». Gli imputati dovranno inoltre risarcire le parti civili, le Università di Bari e delle Marche, con importi che saranno quantificati in un processo civile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico