Stop al finanziamento ai partiti Letta: "Ora decidono i cittadini"

Stop al finanziamento ai partiti Letta: "Ora decidono i cittadini"
ROMA - L’annuncio, via tweet, di Enrico Letta arriva prima ancora dell’inizio del Consiglio dei ministri che con un decreto legge ha cancellato il finanziamento...

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ROMA - L’annuncio, via tweet, di Enrico Letta arriva prima ancora dell’inizio del Consiglio dei ministri che con un decreto legge ha cancellato il finanziamento pubblico dei partiti. A riunione conclusa, è lo stesso premier a rivendicare il mantenimento della promessa, fatta alla nascita del governo, di abolire entro l’anno i ”rimborsi“ ai partiti.




La scelta di ricorrere al decreto è motivata dal fatto che la legge approvata alla Camera era ferma da troppo tempo al Senato, lasciando prevedere che un varo definitivo dopo il 2013 avrebbe fatto slittare le conseguenze del provvedimento di almeno un anno. D’altra parte, sempre Letta, nel suo discorso per la fiducia, aveva lasciato capire che il governo «avrebbe fatto sul serio» muovendosi con tutti i mezzi a sua disposizione per accelerare la definitiva approvazione della legge che, al termine di una fase transitoria di progressiva diminuzione dei contributi statali, nel 2017 chiuderà completamente i rubinetti dell’erogazione di soldi pubblici alle forze politiche. La conclusione del premier è che la nuova legge, frutto anche di «una coalizione oggi più forte», favorirà «il recupero di credibilità delle istituzioni e renderà impossibile il ritorno agli scandali degli anni scorsi». L’entusiasmo di Letta non è però condiviso da Beppe Grillo, in qualche modo spiazzato dall’imprevista accelerazione del governo su un tema che il comico genovese ha scelto come cavallo di battaglia fin dalla sua discesa in politica. E, mentre il Cdm è ancora in corso, il capo del M5S così twitta: «E’ una colossale presa in giro, basta con le chiacchiere. Letta restituisca la quota dei finanziamenti del Pd già incassata a luglio. Fatti e non pugnette».



SODDISFAZIONE DEL GOVERNO


Alla soddisfazione espressa dal premier si associa, invece, il suo vice Angelino Alfano: «La scelta del decreto serve a far entrare subito in vigore la legge, restituendo protagonismo ai cittadini». Il ministro dell’Interno firmerà poi una nota con gli altri membri del Nuovo centrodestra al governo, in cui si afferma che con il decreto sul finanziamento «si realizza un punto qualificante del programma del centrodestra e il rispetto di un altro degli impegni assunti con gli elettori». Diversissimi i rintocchi dell’altra campana del fu Pdl. Sandro Bondi vede nel provvedimento del governo un «decreto ”contra personam“ che colpisce, ponendo il tetto di 300 mila euro ai finanziamenti dei cittadini, Silvio Berlusconi». Bondi si rivolge poi velenosamente ai suoi ex compagni di partito, oggi nel Ncd, osservando che «per vent’anni hanno potuto fare politica grazie ai lauti finanziamenti del presidente Berlusconi, unici a poter garantire la sopravvivenza politica del centrodestra, e ora abbandonano, senza alcuna ragione che non sia il più cinico tradimento, la casa dove hanno fatto comode carriere, per scoprirsi improvvisamente moralizzatori della politica». Renato Brunetta, a sua volta, vede l’operazione sul finanziamento come «uno scippo al Parlamento che era già in dirittura d’arrivo, obbligandolo a ricominciare tutto daccapo l’iter di conversione del dl». In altre parole, dice il capogruppo di FI, un’escamotage «dei furbetti del governino per tirare fuori qualche addobbo utile a nascondere la loro insipienza e allungare la vita dell’esecutivo Letta». Secche le risposte del Pd, dove, soprattutto i renziani, tendono ad attribuire alla nuova segreteria almeno parte del merito degli avvenimenti: «Oggi è cominciata la rivoluzione italiana», afferma il sindaco di Bari, Michele Emiliano. Mentre il ministro Graziano Delrio sostiene che le misure assunte «testimoniano un cambiamento della percezione di fronte alle risposte vere di governo e Parlamento».
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Corriere Adriatico